H7N9, l’identikit della nuova aviaria

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  1. Nix Vaiserk
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    H7N9, l’identikit della nuova aviaria







    Hanno raggiunto quota 63 i casi di infezione da virus H7N9, il nuovo ceppo di influenza aviaria che si sta diffondendo in Cina; sono 14 i decessi a oggi registrati ufficialmente dall’ Organizzazione mondiale per la sanità, ma questi numeri sembrano destinati a crescere: erano meno della metà i casi registrati una settimana fa. A preoccupare le autorità cinesi e la comunità internazionale è la possibile diffusione al di fuori del territorio nazionale. Per ora si è spostato dalle regioni orientali del Paese, le prime in cui è stato individuato, a quella centrale di Henan e al Nord, raggiungendo Pechino. Secondo l’Oms tuttavia è ancora troppo presto per sapere se c’è un rischio pandemia, soprattutto in considerazione del fatto che a oggi non ci sono prove di una trasmissione da un essere umano a un altro. Ecco intanto quello che si sa finora su questo nuovo virus e sulla sua diffusione.
    Il virus
    H7N9 è un virus influenzale di tipo A (lo stesso tipo di H5N1) appartenente alla famiglia H7, i cui membri solitamente circolano tra gli uccelli. Tra il 1996 e il 2012 infezioni umane da parte di tre membri di questa famiglia, H7N2, H7N3 e H7N7, si sono verificate in Olanda, Italia, Canada, Stati Uniti, Messico e Regno Unito. È invece la prima volta, stando all’Oms, che questo ceppo è stato individuato nell’essere umano e la prima volta che un virus di questa famiglia colpisce un essere umano in Cina.
    Le analisi genetiche realizzate sui primi tre virus isolati da pazienti umani, e pubblicate su Eurosurveillance, mostrano alcuni cambiamenti rispetto ai ceppi animali. Tra questi vi sono mutazioni associate a un’abilità nell’infettare i mammiferi, esseri umani compresi, maggiore di quella di altre influenze di tipo A e con la possibilità di crescita e sviluppo a una temperatura inferiore a quella corporea degli uccelli e vicina a quella del tratto respiratorio superiore dell’essere umano. Inoltre, diversamente da altri casi d’influenza aviaria, quando a un outbreak animale ha fatto seguito la notizia della diffusione all’essere umano, solo il ricovero dei pazienti ha permesso di determinare le aree a oggi interessate dall’infezione. Infatti, il virus colpisce gli uccelli in maniera poco violenta e quasi asintomatica. Questo rende più difficile seguirne il percorso e predirne la diffusione.
     
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