Votes taken by †_Balthier_†

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    Avatar inserito.
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    Addio ricordi, la mente li modifica
    Uno studio ha dimostrato che quello che ricordiamo non corrisponde esattamente alla verità. Tutta colpa del nostro cervello che modifica e rielabora gli eventi




    Dentro ognuno di noi c’è un grandissimo romanziere: il nostro cervello. Questo non significa affatto che ora possiamo abbandonare il nostro lavoro per dedicarci alla scrittura creativa diventando gli autori di un best seller come se niente fosse, ma che, purtroppo o per fortuna, la nostra mente modifica i nostri ricordi letteralmente riscrivendoli da capo.

    In poche parole, salvo prove oggettive come fotografie o riprese, riportare alla memoria un evento esattamente per quello che è stato nel momento in cui accadeva è del tutto impossibile perché nella nostra testa ogni volta che ripensiamo ai fatti che ci sono accaduti li modifichiamo un po’.

    La notizia, che riporta alla mente il meccanismo di riscrittura della storia in atto nel Grande Fratello di Orwell, viene dalla Northwestern University ed è stata pubblicata sul 'Journal of Neuroscience'. L’autrice dello studio, la dottoressa Donna Bridge ha parlato così della sua sensazionale scoperta: "Quando le persone sostengono di ricordare esattamente cosa hanno vissuto mi scappa da ridere. La nostra memoria non e' affatto statica. Se ricordiamo un evento alla luce di un nuovo contesto e di un periodo diverso della nostra vita la memoria tende a integrare dettagli differenti e inediti”.

    Quello che la Bridge ci sta dicendo a chiare lettere è che ricordare significa stravolgere. Ogni volta che il pensiero ritorna ad un momento che non c’è più ne rode un pezzetto e lo modifica. Impressionante vero? Per fortuna che ciò che conta di tutti quegli istanti che non vogliamo assolutamente dimenticare non è la loro fredda e oggettiva cronaca, ma l’emozione che hanno destato nel nostro cuore.


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    Benvenuto , qualsiasi problema anche per lo staff chiedi pure a noi ! =)
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    Fantasmi del passato?
    E' possibile evitarli ? Se sì come ?




    A chi fanno paura i fantasmi del passato? In genere i fantasmi del passato fanno paura a chi con quel passato si deve confrontare quotidianamente.
    Non serve a nulla dire io sono più bravo, bisogna dimostrarlo, e come fa il topolino a dimostrare di essere piu' bravo della montagna, nell'unica maniera possibile e cioè: demonizzando la montagna?

    L'unico consiglio anche se banale sarebbe quello di sforzarsi spostando l'attenzione da un'altra parte. Con un pò di esercizio ma alla fine ci si riesce.Ormai sei abituato/a a fare quei brutti pensieri ora devi abituarti a sostituirli con pensieri belli o normali.Se proprio riesci nell'impresa con un pò di esercizio, potresti valutare l'ipotesi di farti aiutare da uno psicoterapeuta.I fantasmi del passato prima o poi spariscono o rimangono per sempre?




    @Konoha | RIPRODUZIONE RISERVATA ©
    .Minato

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    Ridere fa bene ?
    E' scientifico, ridere fa bene al cuore




    A quanto pare secondo uno studio scientifico ridere fa bene al sangue,dice un vecchio proverbio. Ridere fa bene al cuore lo conferma un’originale ricerca scientifica appena presentata a Orlando, in Florida, all’American College of Cardiology , l’appuntamento più importante dell’anno per i cardiologi di tutto il mondo. La risata sarebbe alla fine un vero e proprio farmaco, ci suggeriscono i ricercatori, con tanto di indicazioni. Dosaggio: una somministrazione di quindici minuti al giorno. Effetti: miglioramento della circolazione del sangue e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Controindicazioni: nessuna. Una medicina che va bene per tutti, grandi e piccoli, uomini e donne. La terapia del sorriso non è una novità: tutti ormai conoscono la storia di Patch Adams, il medico americano con il naso da clown che prima ha intuito, poi trasformato in cura il potere benefico della risata.Voi ridete molto ? Secondo voi potrebbe veramente fare bene ?



    @Konoha | RIPRODUZIONE RISERVATA ©
    .Minato



    Edited by Minato_Namikaze - 22/9/2012, 02:23
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    Tutto merito del mio potere oscuro...
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    D'accordo con voi ma devo comunque precisare che non è l'unica cosa a fare male.Tutto il mondo ormai è pieno zeppo di gas e materiale tossico,dall'esempio stupido legato all'inquinamento a quello dei rifiuti a Napoli (per restare in Italia) oppure anche i vari laghi o fiumi che si riempiono di pesticidi come quelli usati in agricoltura contro i parassiti.Ormai il mondo non tornerà mai più come ai tempi dei cavernicoli per il semplice fatto che l'uomo dipende dalla tecnologia e senza quella non riuscirebbe a vivere.In pochi ci riuscirebbero e chi deciderebbe di tornare all'età della pietra? Nessuno..

    Ci sono sì i pannelli solari, le stufe a pellet,tutte pratiche ecologiche e su questo non ci sono dubbi ma il livello di inquinamento e il numero di oggetti elettronici è ormai troppo elevato per essere escluso per sempre,l'uomo continuerà a ragionare con il dio denaro e di conseguenza preferirà abbattere la foresta amazzonica per costruirci fabbriche piuttosto che mantenerla e curarla.Sembra una visione apocalittica ma già in passato questa foresta è stata attaccata!
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    L'importanza di un bacio
    Che cosa c’è più dolce di un bacio?




    In generale potrebbe essere la scena clou d’ogni storia d’amore no?
    Stiamo parlando del bacio,prima di quel momento ci si può anche spogliare, fisicamente o metaforicamente, d’ogni pudore, ma la verità sbuca fuori quando le labbra s’incontrano, quando si sente finalmente il sapore dell’altro. Allora si da lì si capisce se "ci piace" oppure no. Se ha un gusto, un aroma compatibile con il nostro, sentiamo suonare le campane e le farfalline nello stomaco che come tutti noi sappiamo è un chiaro segnale d'amore.

    Che cosa c’è più dolce di un bacio?!
    Credo nulla…E' il modo più bello per esprimere i propri sentimenti ed entrare a "contatto" con la persona che si desidera.Quando poi,il desiderio di avere una persona sale, sale anche la voglia che si ha di baciarla.Questo desiderio resta tale fino a quando le labbra si sfiorano,si apre un nuovo mondo..Si prova un’emozione indescrivibile…Nulla è paragonabile ad un bacio dato per desiderio o per passione, quella passione nascosta in ognuno di noi…
    In parole povere non c’è cosa più bella del baciare…

    Il bacio è sicuramente l’espressione più poetica del sentimento. In quanti racconti, in quante poesie e canzoni è protagonista? Quasi tutti gli autori si sono ispirati al bacio per buttare giù almeno qualche riga.
    Ma in questo articolo pubblicato sul sito di Ansa si parla anche del bacio come mezzo per allungare la vita.

    Curiosità
    Il bacio ha una durata media di 12 secondi, piu’ lunga rispetto ai 5,5 secondi del bacio medio che si registrava negli anni ottanta.
    La maggior parte delle persone, nel baciare, gira il capo verso destra.
    Il 20% degli uomini in tutto il mondo bacia volentieri labbra col rossetto.
    Un bacio di tre minuti brucia dodici calorie, mentre in un bacio appassionato con l’uso della lingua si consumano fino a 20 calorie al minuto.
    Le donne sembrano vivere il bacio in maniera piu’ romantica ed estasiata: a baciare con gli occhi chiusi e’ infatti il 97% delle donne ma solo il 30% degli uomini."


    Informazioni e Opinione personale
    Ma il bacio che cos’è? E’ un espressione di qualcosa che si dovrebbe sentire, che dovrebbe scaturire da dentro e parlo al condizionale perchè sfortunatamente molte volte il bacio è usato come intercalare e non come gesto reale e espressivo di un sentimento.
    L’intimità del bacio e la sua valenza è così forte che un tempo le prostitute non baciavano i loro clienti perchè questo avrebbe portato a un rapporto differente troppo vicino.Allora io preferisco dare rilievo al valore del bacio, al come viene espresso, con quale sentimento viene manifestato , a quello che vuole rappresentare e nn al quando questo avviene.
    Il tempo non è una costante ma una semplice variabile in rappresentazione di un attimo, puoi dare un bacio ieri e puoi dare lo stesso bacio oggi, ma il modo in cui lo fai può essere completamnete diverso perchè diverso il tuo sentimento.
    In tutte le cose che facciamo o che viviamo credo che il vero senso , l’essenza, è rinchiusa solo nel nostro sentire.


    @Konoha | RIPRODUZIONE RISERVATA ©
    .Minato



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    Su questa cosa rispondo come ho già risposto in un altro sondaggio:

    CITAZIONE (Minato_Namikaze @ 9/9/2012, 23:11) 
    Sono Eterosessuale, non mi interessa per niente se gli altri due tipi di orientamento sessuale esistono o meno.Non mi cambia la vita a me personalmente,resto nel mio e poco mi cambia se tizio è gay o bisex.Tuttavia una cosa che riconosco è la bellezza anche nell'uomo,non sono il tipo che dice "ma guarda che cesso che è!" se in realtà è carino.Mi limito a riconoscere la bellezza anche nel lato maschile.

    Avevo anche in passato creato un dibattito su questo argomento
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    Va bene, cosa veloce fatta sul momento:

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    L'angoscia
    Angoscia: sensazione penosa di malessere profondo determinata dall'impressione diffusa di un pericolo vago e imminente, davanti al quale ci si trova inermi e impotenti. Tale stato si accompagna a disturbi di carattere somatico: palpitazioni, sensazione di soffocamento, 'nodo alla gola', dolori di diverso tipo, vertigini, diarrea.




    A differenza della paura, in ambito psicoanalitico essa rappresenta ed è vista e percepita dall'Io come una situazione catastrofica, tale da mettere in crisi la capacità dell'Io di controllare e gestire le pressioni dal Super Io e dell'Es.
    Il termine angoscia è stato utilizzato per la prima volta in termini filosofici da Søren Kierkegaard (1813–1855), con il quale il pensatore danese identificò la condizione preliminare dell'essenza umana, che emergeva quando l'uomo si poneva davanti ad una scelta: la libertà sconfinata di scelte che l'uomo può operare, lo getta in preda all'angoscia, conscio delle responsabilità derivanti dal fatto che una scelta positiva significhi potenzialmente milioni di scelte negative. L'angoscia è definitiva quindi come il sentimento della possibilità.
    A differenza dell'animale, che è guidato da istinti in grado di soddisfare le prime necessità, ogni uomo è abbandonato a sé stesso e costretto a operare delle scelte che possono prospettarsi errate, pericolose o addirittura lesive per la sua stessa esistenza; quindi, dal momento che ciascuno condivide la stessa condizione di fronte all'atto di scegliere, l'angoscia è necessariamente un fondamento dell'essenza umana, primigenio e inalienabile.
    Attualmente si tende a definire l'angoscia come un senso di frustrazione e malessere, una sofferenza psicologica che può degenerare anche in diverse patologie (si pensi all'angoscia di castrazione infantile o all'angoscia esistenziale di derivazione kierkegaardiana).
    Nel possibile tutto è possibile ed essendo l'esistenza umana aperta al futuro, l'angoscia è strettamente connessa all'avvenire che è poi quell'orizzonte temporale in cui l'esistenza si realizza: "Per la libertà, il possibile è l'avvenire, per il tempo l'avvenire è il possibile. Così all'uno come all'altro, nella vita individuale, corrisponde l'angoscia". Il passato può angosciare in quanto si ripresenta come futuro, cioè come una possibilità di ripetizione. Una colpa passata, ad esempio, genera angoscia se non è veramente passata, perché in questo caso genererebbe solo pentimento. L'angoscia è legata a ciò che è, ma può anche non essere, al nulla connesso ogni possibilità, ma siccome l'esistenza è possibilità, l'angoscia è il tarlo del nulla nel cuore dell'esistenza.
    Nella filosofia contemporanea il tema dell'angoscia è stato ripreso da Martin Heidegger in questi termini: "Con il termine angoscia non intendiamo quell'ansietà assai frequente che in fondo fa parte di quel senso di paura che insorge fin troppo facilmente. L'angoscia è fondamentalmente diversa dalla paura. Noi abbiamo paura sempre di questo o di quell'ente determinato, che in questo o in quel determinato riguardo ci minaccia. La paura di... è sempre anche paura per qualcosa di determinato. Nell'angoscia, noi diciamo, uno è spaesato. Ma dinanzi a che cosa v'è lo spaesamento e cosa vuol dire quell'uno? Non possiamo dire dinanzi a che cosa uno è spaesato, perché lo è nell'insieme. Tutte le cose e noi stessi affondiamo in una sorta di indifferenza. Questo, tuttavia, non nel senso che le cose si dileguino, ma nel senso che nel loro allontanarsi come tale le cose si rivolgono a noi. Questo allontanarsi dell'ente nella sua totalità, che nell'angoscia ci assedia, ci opprime. Non rimane nessun sostegno. Nel dileguarsi dell'ente, rimane soltanto e ci soprassale questo nessuno. L'angoscia rivela il niente. Che l'angoscia sveli il niente, l'uomo stesso lo attesta non appena l'angoscia se n'è andata. Nella luminosità dello sguardo sorretto dal ricordo ancora fresco, dobbiamo dire: ciò di cui e per cui ci angosciavamo non era "propriamente" - niente. In effetti il niente stesso, in quanto tale, era presente".




    Edited by E-chan - 10/4/2013, 21:23
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    Amnesia
    Amnesia: perdita più o meno duratura, anche totale, della memoria.




    Nel linguaggio medico, l'amnesia è un disturbo della memoria a lungo termine episodica. La persona affetta da amnesia può essere incapace di ricordare eventi della sua vita recente, o in casi gravi anche eventi remoti, e può non riuscire ad acquisire stabilmente nuovi ricordi, mentre in genere è preservata la capacità di imparare nuove azioni.

    Differenziazione selettiva
    amnesia retrograda - ovvero perdita di memoria per eventi accaduti prima della causa, ma completa lucidità per tutto ciò che è successo in seguito.
    amnesia anterograda - ovvero perdita di memoria che non compromette i ricordi passati, ma limita enormemente la capacità dell'individuo di memorizzare informazioni nuove.
    amnesia globale - ovvero riguardanti entrambi gli aspetti sopra citati
    amnesia lacunare ovvero perdita di memoria che interessa uno specifico periodo di tempo, che non viene ricordato dal paziente. Tale perdita di memoria è però limitata ad alcune ore o al massimo a giorni, ossia un breve periodo, dopo il paziente non ricorda quanto accaduto durante le ore precedenti. Essa si contrappone dunque all'amnesia retrograda, che causa invece la perdita di memoria di tutto il passato del degente.
    amnesia senso-specifica - se riguarda un unico senso.
    Differenziazione temporale
    Variano a seconda della causa che ha comportato la nascita dell'amnesia, a cui è strettamente correlata la durata della stessa:
    amnesia transitoria - come nel caso di un evento traumatico, con ritorno alle funzionalità normali
    amnesia stabile - se provocata da un evento morboso grave (come arresto cardiaco)
    amnesia progressiva - se riscontrata in malattie degenerative, che comportano l'andamento progressivo della mancanza di memoria


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    La birra





    Distillata dai Sumeri già 5000 anni fa, la birra è la bevanda fermentata più antica dell’umanità, probabilmente databile al settimo millennio a.C. Ogni anno nel mondo se ne consumano circa 1.500 milioni di ettolitri (nel 2013 si arriverà a due miliardi) e nel nostro Paese il consumo annuo pro capite sfiora i 30 litri.

    Storia
    Statuette in gesso e legno provenienti da Tebe e risalenti all’undicesima dinastia (circa 2009 a.C.-1998 a.C.) raffigurano uomini al lavoro in un panificio-birrificio. E sembra che fossero oltre venti le qualità di birra disponibili sul mercato di Babilonia, la più ricca città dell’antica Mesopotamia. Ma non si sa con esattezza dove sia nata la prima birra. La più antica legge che regolamenta la produzione e la vendita della bevanda è il Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) che condannava a morte chi non rispettava i criteri di fabbricazione indicati e chi apriva un locale di vendita senza autorizzazione. Nella cultura mesopotamica la birra aveva anche un significato religioso: veniva bevuta durante i funerali per celebrare il defunto e offerta alle divinità. Analoga importanza aveva nell’Antico Egitto, dove era considerata un alimento e una medicina: una birra a bassa gradazione o diluita con acqua e miele veniva somministrata ai neonati quando le madri non avevano latte. Con gli Egizi la birra passò dalla produzione artigianale a quella industriale tanto che alcuni faraoni possedevano vere e proprie fabbriche di birra.
    Della bevanda si parla anche nella Bibbia e nei libri sacri del popolo ebraico: nel Deuteronomio si racconta che durante la festa degli Azzimi si mangiava per sette giorni il pane senza lievito e si beveva birra. I veri artefici della sua diffusione in Europa furono le tribù germaniche e celtiche: queste ultime si stanziarono in Gallia e Britannia, ma soprattutto in Irlanda. Certo oggi sarebbe difficile riconoscere come “birra” l’antica bevanda: il luppolo, per esempio, venne menzionato per la prima volta solo nell’822 da un abate carolingio. Il salto di qualità nella produzione della bevanda fu merito dei monasteri in epoca medievale, quando la birra divenne molto simile all’attuale.

    Ingredienti
    Acqua, malto d’orzo, luppolo ed erbe aromatiche sono i principali ingredienti della birra anche se questa può essere ottenuta mediante fermentazione di qualsiasi cereale.
    - Acqua. La bevanda è composta per circa il 90% d’acqua, ma ciascuna birra ne richiede una qualità differente: alcune necessitano di acque poco mineralizzate, altre di acque dure e con molto calcare.
    - Malto d’orzo. Gli zuccheri contenuti nei chicchi d’orzo non sono immediatamente utilizzabili, ma è necessario attivare un enzima presente nel chicco stesso. Questa operazione consiste nel far germinare i chicchi. Il prodotto così ottenuto viene chiamato “malto acerbo”. È a questo punto che si passa alla cottura: con le basse temperature si ottiene il minimo effetto di tostatura e si parla di “malti chiari”, mentre con le alte si hanno malti proporzionalmente più scuri, fino ai cosiddetti “malti neri”, per i quali si arriva quasi alla bruciatura del malto stesso.
    - Luppolo. È il principale additivo utilizzato per compensare la dolcezza del malto. Di questa pianta si utilizzano i fiori femminili non fecondati. Ne esistono diverse varietà botaniche, da quelle più amare a quelle più aromatiche. Contiene tannini e oli essenziali. Oltre all’aroma conferito dal luppolo è possibile usare in aggiunta specifici agenti aromatizzanti, tra cui erbe, spezie e frutta.
    - Lievito. La maggior parte delle birre viene prodotta utilizzando una delle due specie di Saccharomyces, comunemente chiamati lieviti. Si tratta di funghi che consumano zuccheri per produrre alcool e anidride carbonica. Esistono principalmente due famiglie di lieviti che definiscono i due più grandi gruppi di birre: lieviti ad alta fermentazione come il Saccharomyces cerevisiae, che agisce a temperature comprese tra 12° e 24° ed è utilizzato soprattutto per produrre birre ale, e lieviti a bassa fermentazione, come il Saccharomyces carlsbergensis, che agisce a temperature comprese tra 7° e 13° ed è usato per la produzione di birre lager.
    Metodo di produzione
    La birra viene prodotta mediante fermentazione alcolica con ceppi di Saccharomyces cerevisiae (il lievito di birra utilizzato anche per la panificazione) o di Saccharomyces carlsbergensis (che prende il nome dalla birreria danese che per prima lo isolò) e zuccheri derivanti da fonti amidacee, in particolare il malto d’orzo. La produzione segue fasi rigorose: a una prima, della durata di 3-4 giorni, in cui il malto viene immerso in acqua calda dove, grazie all’azione di alcuni enzimi, gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri, ne segue una seconda, che richiede circa una settimana e prevede l’impiego di un lievito in grado di avviare la fermentazione e la formazione di alcool e anidride carbonica. La terza fase è quella dell’ammostatura: si macina il malto fino a ottenere una sorta di farina, quindi lo si miscela con acqua a 65-68° per trasformarlo in mosto. È a questo punto che si separa la parte liquida da quella solida tramite filtrazione all’interno di un tino. Il passo successivo è la cottura all’interno di apposite caldaie, tradizionalmente in rame. Il tempo di cottura è fondamentale per la scelta del tipo di birra che si vuole produrre e per la sua qualità, poiché nel corso di questo processo avviene la gran parte delle reazioni biochimiche. Durante la bollitura si ottiene anche la sterilizzazione del mosto. In questa fase si aggiunge il luppolo. Poi il mosto rimane a raffreddare fino a temperature alle quali può avvenire la fermentazione: dai 4° ai 6° per la bassa fermentazione e dai 15° ai 20° per quella alta. Viene inoltre insufflato ossigeno in quanto il processo si può svolgere solo in condizioni di aerobiosi. La fermentazione si divide in due fasi: la prima, detta fermentazione principale, ha come principale protagonista il lievito, che trasforma in alcool gli zuccheri e gli aminoacidi presenti nel mosto. La seconda, o fermentazione secondaria (detta anche maturazione), consiste nel lasciare per circa 4-5 settimane la birra in grandi vasche di maturazione a una temperatura compresa fra 0° e 2°. Questa operazione permette di saturarla di anidride carbonica, di far depositare i residui di lievito e di armonizzare gli ingredienti. Poi si passa alla pastorizzazione, processo al quale non tutte le birre sono sottoposte: si porta la bevanda a una temperatura di 60° per distruggere alcuni microrganismi e conservare meglio il prodotto. Quindi la birra viene filtrata per togliere i residui di opacità e infine imbottigliata o infustata. Alcune birre sono rifermentate in bottiglia. In questo caso prima di chiudere il tappo si aggiunge del lievito in modo che, oltre alle due ordinarie fermentazioni, ne avvenga una terza che aumenta il tasso alcolico. Una bella presenza di schiuma è un importante indice di freschezza e rende la bevanda più digeribile, preservandola dall’ossidazione.

    Proprietà
    Gli antichi già lo sapevano: la birra possiede importanti proprietà nutritive. Contiene meno etanolo di qualsiasi altra bevanda alcolica, è poco calorica e può essere considerata un vero e proprio alimento. In più la presenza di vitamine, potassio e sali minerali la rendono adatta anche a una dieta bilanciata. In generale è la cosiddetta birra cruda, ovvero la tipica birra artigianale, ad apportare maggiori benefici all’organismo. Infatti, non essendo pastorizzata, e dunque non raggiungendo temperature troppo elevate, è una “birra viva”, grazie alla presenza di microrganismi fermentanti come i saccaromiceti. La bevanda contiene inoltre vitamina B6 e polifenoli, che agiscono contro le malattie cardiovascolari e aiutano a combattere i radicali liberi responsabili dei processi ossidativi dell’organismo, oltre a fibre solubili che facilitano le funzioni intestinali, potassio e magnesio, ed è povera di sodio. Inoltre il luppolo previene l’ossidazione cellulare e il rilascio di calcio dalle ossa, è sedativo, digestivo, batteriostatico, lassativo e depurativo. E i tannini e gli oli essenziali in esso contenuti sono ricchi di polifenoli e flavonoidi con spiccata attività antiossidante. Naturalmente questo non significa che si possa abusare della birra trattandosi di un alcolico a tutti gli effetti. Così come per il vino, è consigliabile consumarla durante i pasti non superando i 2-3 bicchieri da 0,25 al giorno.
    Classificazione
    Sono numerose le possibilità di classificare le birre. La classificazione che trova maggior impiego fa riferimento al tipo di lievito utilizzato e, quindi, al tipo di fermentazione:
    • Ale. Birra inglese per eccellenza, prodotta con i lieviti della specie Saccharomyces cerevisiae, segue un processo ad “alta fermentazione” che predilige temperature elevate. È il procedimento più antico. Le Ale hanno un sapore e un odore particolarmente ricco di aromi speziati, floreali e fruttati.
    • Lager. Ottenuta con i lieviti della specie Saccharomyces carlsbergensis, segue un processo a “fermentazione bassa” che predilige temperature poco elevate. È la classica “bionda”, nata in Germania ma prodotta ormai in tutto il mondo. Il suo retrogusto evidenzia soprattutto il sapore di malto e luppolo.
    • Lambic. Viene prodotta esclusivamente nel Sud del Belgio, dove il mosto è esposto a lieviti indigeni selvatici. Il processo si sviluppa seguendo una “fermentazione spontanea”, che conferisce a queste birre caratteristiche uniche.

    Bibliografia
    - Nelson M., The Barbarian’s Beverage: A History of Beer in Ancient Europe, Routledge
    - Sicheri G., La birra, Hoepli
    - Mennella A., La birra. Con che si fa, come si fa e come si riconosce nelle sue 57 tipologie, Libreria Editrice Fiorentina
    - Cullen R., Birra. Piccola guida alla bevanda più amata del mondo, Astraea


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    CITAZIONE
    La caratteristica principale del Disturbo Esplosivo Intermittente è rappresentata dalla difficoltà che la persona ha nel controllare e resistere agli impulsi aggressivi.

    Vero,dal nome pensavo di non conoscerla e invece leggendo il post mi sono accorto che è molto diffusa come cosa!
    CITAZIONE
    Questa perdita del controllo a favore di impulsi aggressivi è saltuaria, ma quando avviene può causare gravi azioni aggressive e seri atti distruttivi.

    Fino a questo punto non ci sono mai arrivato e fortunatamente non ho mai visto nessuna reazione del genere :S
    CITAZIONE
    E' importante evidenziare che la quantità di aggressività della persona è fortemente sproporzionata rispetto a qualsiasi fattore scatenante.

    Infatti dicono che anche un bambino sia in grado di fare male se non controllato..
    CITAZIONE
    Le persone narcisiste, ossessive o paranoiche possono essere colte da improvvisi scoppi di ira, in particolare in periodi di stress.

    Grazie a dio non sono nessuna di queste elencate allora non avrà mai reazioni del genere...
    CITAZIONE
    Il Disturbo Esplosivo Intermittente nei casi più gravi può purtroppo causare la perdita del lavoro, la sospensione da scuola, il divorzio dal partner, problemi nelle relazioni interpersonali, incidenti, ricoveri in ospedale, e/o detenzione carceraria.

    Beh ci credo, trovarsi un dipendente mezzo matto non credo sia bello..Non sai mai come possa reagire. o_o
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    La superbolla
    La superbolla nella Grande Nube di Magellano, la galassia satellite della nostra Via Lattea a una distanza di circa 160 mila anni luce da noi.




    La superbolla nella Grande Nube di Magellano, la galassia satellite della nostra Via Lattea a una distanza di circa 160 mila anni luce da noi. Molte stelle, alcune delle quali molto massive, sono formate nell'ammasso stellare Ngc 1929, dentro la nebulosa N44. Le stelle massive producono intensa radiazione, emettono materia ad alte velocità e rapidamente si avviano a diventare supernove. I venti stellari uniti alle onde d'urto delle supernove sono in grado di creare delle cavità nei gas circostanti, denominate superbolle. L'osservatorio Chandra a raggi X mostra (in blu) le regioni calde create dai venti stellari e dalle onde d'urto, mentre i dati raccolti dal telescopio spaziale Spitzer (in rosso) sottlineano dove si trovano la polvere e i gas più freddi. Infine (in giallo) la luce ottica raccolta dal telescopio Max-Planck-Eso in Cile evidenzia le radiazioni ultraviolette delle le stelle calde e giovani che fanno brillare il gas della nebulosa (Nasa)


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