La ladra e il poliziotto

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  1. Pamy88
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    La ladra e il poliziotto

    Kappa


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    -Tu sai a cosa vai in contro, vero?

    -Sì.

    -No… non lo sai. Se io adesso ti porto in questura, quelli ti sbatteranno dentro. Probabilmente potrebbero anche toglierti l’affidamento dei tuoi figli. Questo lo sai?

    -Sì. Io non potevo fare altrimenti.

    -Sì, ma tu hai rubato in quella casa. Io non posso mica lasciarti andare… sono un carabiniere.

    -Non c’è proprio niente che io possa fare?

    -In che senso?

    -Qualcosa che io possa fare per non farmi portare in questura?

    Mille pensieri attraversarono la mente di Piero, carabiniere poco convinto della sua professione e amante del piacere.

    -Se io, ad esempio, facessi una cosa del genere…

    La ladra accarezzò il pisello di Piero, sorridendo maliziosamente. Era una bella ragazza e secondo lui ci sapeva anche fare.

    Si trovava davanti ad un bivio: l’onestà o un corpicino sinuoso tutto per il suo desiderio.

    Era una scelta difficile. Una di quelle scelte che avrebbe delineato la sua personalità futura.

    -Questo è troppo.- disse, estraendo le manette.

    -Io non volevo… no, ti prego… non mi portare in questura, mi toglieranno i miei figli.

    Piero ammanettò la ladra al bidone dell’immondizia.

    -Ma cosa?

    -Adesso ti devo punire per bene. Se non vuoi andare in galera, devi almeno capire con una punizione che quello che hai fatto è sbagliato.

    -Ok… puniscimi.

    Ci sarebbe voluta una telecamera. Quello era un momento da film porno. Il tutore della legge e la criminale.

    -Tanto per cominciare, allarga le gambe.

    -Ok.

    -Da quanto tempo è che non ti cambi questa gonna? È sporca e puzza. Lo vedi questo? Lo vedi?- disse, mostrandole il manganello.

    -Sì.

    -Ecco. Stringilo coi denti e non mollarlo. Se ti cadrà, ti porterò dentro. Intesi?

    La zingara prese il manganello in bocca e fece cenno d’aver capito.

    Piero iniziò a masturbarsi, infilando un dito nel culo del suo nuovo ostaggio.

    -Adesso ti farò una cosa strana, per farti capire bene chi comanda.

    La zingara non poteva gridare, non poteva ansimare e non poteva nemmeno scappare; l’unica cosa che poteva fare era il sottostare ai desideri di quel carabiniere.

    Iniziò a sentire caldo sul suo sedere. Realizzò dopo qualche istante, sentendo il rumore, che quell’uomo le stava facendo la pipì sul sedere.

    -Vedi chi comanda? Lo senti?

    Il calore le si propagò lungo la schiena, bagnandole la gonna e la felpa azzurra che portava per proteggersi dal freddo.

    Dopo essersi scrollato e pulito con un brandello della gonna della ragazza, Piero indossò un preservativo.

    Inumidì con la pipì il buco del sedere della giovane ragazza e le penetrò l’ano. Cominciò a menare dei colpi lenti. Non era uno di quegli uomini amanti delle sveltine; per lui il sesso doveva sempre essere lento e mai distaccato.

    -Hai un culetto bello stretto, lo sai? Mi piace molto il culetto stretto… mi fa sentire più importante.

    La ladra si sentì afferrare i capelli, per poco non le cadde il manganello per terra. Cosa sarebbe successo se le fosse realmente caduto? Per un attimo pensò quasi di farlo cadere e tentare la fortuna, ma poi ripensò alla possibilità di finire in carcere.

    Le stava piacendo quello che le stava accadendo. Quell’uomo la stava scopando proprio bene.

    La città era desolata a quell’ora di notte e solamente loro due si stavano godendo quel paesaggio vuoto e sensualmente decadente.

    Sentì l’uomo appoggiarsi su di lei. Era venuto, ne era certa.

    Piero le tolse il manganello dalle labbra e tirò fuori le chiavi delle manette

    -No.- disse la ladra.

    -No, cosa?

    -Fammi dell’altro. Sono stata cattiva. Ho rubato.

    Non si era mai sentita così eccitata in vita sua.

    -Hai ragione… bisogna che io ti punisca un po’ di più. Fortunatamente ho un manganello, proprio per queste circostanze.




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