La nuova matrigna

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  1. Pamy88
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    La nuova matrigna

    Kappa


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    Certe cose capitano per caso, senza un nesso tra fortuna e sfortuna. Credo che si tratti di semplice tempismo.
    Mi trovavo in un locale del centro, intento a bere un vodka-martini al bancone, quando notai una donna avvinghiata ad un giovane ragazzo.
    Stavano ballando a lato della pista. Lui le stringeva il culo continuando a ballare.
    Mi piace guardare le donne fare le facili in discoteca. C’è qualcosa di stupefacente nella capacità che hanno di trasformarsi in perfette troie il sabato sera, per poi ritornare finte moraliste il lunedì mattina.
    Come dicevo, il caso giocò un ruolo importante in quella particolare circostanza.
    La donna si girò, iniziando a ballare, appoggiando il culo sul basso ventre del ragazzo che automaticamente fece scivolare una mano tra le gambe della sua compagna di danza.
    Era lei. Non c’era alcun dubbio.
    Raramente mi erano capitate delle situazioni del genere. Non sono una brava persona, questo l’ho sempre saputo, ma finalmente era arrivata l’occasione per dimostrare a tutti il lato più oscuro di me.
    Tirai fuori il mio cellulare d’ultima generazione e scattai una decina di foto, immortalando per sempre quelle immagini cariche di lascivia.
    Attesi qualche minuto, dopodiché mi avvicinai alla coppia di ballerini. L’uomo se ne accorse per primo e probabilmente immaginò di trovarsi davanti ad uno scocciatore ubriaco.
    Per lui la festa era finita.
    Quando Carla mi riconobbe, rimase di stucco. Il suo intero mondo si fermò. Non riusciva nemmeno a trovare la forza per togliere la mano di quel tizio dalla sua fica.
    Dopo essersi ripresa, spinse via quell’uomo e si avvicinò a me.
    -Non è come sembra.- disse.
    -Direi che dobbiamo parlare.
    La tensione era alle stelle e il suo volto divenne una maschera di terrore. La sua vita stava per finire nel cesso per una stronzata come quella.
    Si era messa con mio padre da circa un anno. Lui aveva lasciato mia madre, spezzandole il cuore e aveva promesso a Carla una vita da sogno. Divorziò subito, concedendo a mia madre ogni richiesta, perché per mio padre i soldi non erano mai stati un problema.
    Il matrimonio con Carla era fissato per il mese successivo. Era arrivata ad un passo dal paradiso, fino a quando io, il primogenito del suo futuro marito, non l’avevo beccata con la mano di un ballerino tra le cosce.
    -Senti… non so cosa tu abbia visto.
    Decisi di fermare immediatamente quella scena patetica, anestetizzando ogni sua possibile elucubrazione dettata dall’astuzia femminile.
    -Potrei anche aver visto male, perché sono un po’ ubriaco e le luci qui dentro sono un casino… poi la musica confonde.- sorrisi.
    -Esatto. È proprio quello che intendevo.
    -È per questo che ho fato dieci foto da differenti angolazioni, guarda… eh no… qui sembra proprio che la mano di quel tizio sia tra tue gambe.
    -Le invierai a tuo padre?
    -No. Io adesso andrò fuori a fumare una sigaretta, pensando a cosa fare delle foto. Mi farebbe molto piacere vederti fuori dal locale per infilare il cazzo dentro la tua bocca, fino a sborrati in gola. Se accadrà, sono sicuro che quelle foto spariranno automaticamente dal mio telefono. Insomma… sei una troia e se lo sarai fino in fondo… non avrai problemi.
    Una volta fuori non ebbi nemmeno il tempo di fumare due tiri che Carla uscì. Aveva lo sguardo di una condannata a morte. Non avevo mai avuto il cazzo così duro.
    L’afferrai per un braccio e la portai in un vicoletto.
    -In ginocchio.- dissi.
    Una lacrima solcò il suo viso, me ne accorsi e mi eccitai ulteriormente.
    Tirai fuori il mio membro eretto e spinsi la sua faccia sul cazzo, accarezzandola con questo.
    -Apri la bocca, da brava…
    Spalancò le fauci e ingurgitò il mio pisello turgido. Era vorace. Covava in sé il desiderio che quell’atto durasse il meno possibile.
    Le labbra che all’indomani avrebbero baciato quelle di mio padre, stavano succhiando con enfasi estrema la protuberanza della mia eccitazione.
    -Continua troia.
    Affondai il cazzo fino a sentire l’ugola, trattenendo Carla con una mano. Tossì come se dovesse vomitare.
    Sognava una vita agiata ed era finita a succhiare il mio cazzo in un vicolo maleodorante di piscio.
    Sborrai dentro la gola della futura moglie di mio padre, pensando a quanto la vita era in grado di regalarti delle emozioni meravigliose.
    -Brava la mia matrigna.
    Carla fece per sputare per terra.
    -No… ingoia tutto, da brava.
    Ingoiò, cercando di trattenere le lacrime.




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