Il mio professore di numismatica

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  1. Pamy88
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    Il mio professore di numismatica

    Rosa Bulgari

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    Il professor Conti mi aspettava per cena. Il nostro appuntamento sarebbe iniziato di lì a poco, così decisi di indossare la biancheria intima più sexy che avevo nell’armadio, raccolsi i capelli in uno chignon, misi un velo di trucco, un abitino un po’ scollato e mi recai al suo appartamento.

    “Buona sera, professor…”.

    “Claudio, chiamami per nome. Vieni pure.”, mi disse con un sorriso. Entrai nel suo appartamento al quinto piano di un condominio molto elegante in pieno centro cittadino, e mi lasciai inebriare dal suo profumo, osservando attentamente il suo salotto. La galanteria di Claudio mi sorprese: era tutto ben apparecchiato, il vino già nel cestello del ghiaccio, i divani in pelle rosso fuoco richiamavano la mia attenzione. Mi sedetti mentre Claudio versò il vino: brindammo, mentre i nostri occhi parlavano da soli, intimandoci di iniziare subito quella danza di passione che avevamo interrotto in dipartimento.

    Fui io a prendere l’iniziativa: osservavo la patta dei suoi pantaloni scoprendo che il suo membro, nonostante non ci fossimo neanche ancora baciati, era già teso. Allargai un po’ le cosce, portai la sua mano tra di esse, e gli feci accarezzare il pube attraverso il mio intimo in pizzo, mentre la mia passera già si allagava. Nel frattempo, stritolavo il suo pene attraverso i pantaloni, e ad ogni suo tocco più profondo i miei gemiti di voglia aumentavano, finché non ne potei davvero più e con uno scatto quasi felino, mi sollevai il vestito, spostai i miei slip e mi sedetti su di lui, sbottonando i suoi pantaloni e liberando il suo feroce strumento.

    Con un colpo di reni, Claudio si assestò dentro di me, mentre il suo membro scivolava all’interno del mio ingresso di piacere caldo e umido: iniziammo a muoverci in sincronia, tale era la voglia di raggiungere un primo orgasmo, che non tardò ad arrivare. Prima venni io, con delle contrazioni fortissime che fecero sobbalzare anche lui, stretto nella morsa della mia vagina che continuava a contrarsi per il forte piacere.

    Con il suo sperma ancora dentro di me, mi alzai, e lo baciai avidamente, mordendo di tanto in tanto il suo labbro inferiore. Claudio mi spogliò lentamente, osservando con cura i miei seni e leccando i miei capezzoli che erano già ritornati turgidi per la voglia; la mia vagina si bagnò di nuovo, e da essa grondava un misto tra il suo seme ed i miei umori. Claudio mi portò in camera da letto, si spogliò, si masturbò un pochino per rinvigorire immediatamente il suo pene, e mi fece mettere a pecorina: mi penetrò con foga, quasi mista a violenza, e in un attimo mi ritornarono in mente le immagini di trans nude, con cui era solito masturbarsi e capii che aveva degli orgasmi arretrati da chissà quanto tempo. Mentre io mi inarcavo per consentirgli di raggiungere il punto più profondo della mia vagina, il mio possente professore cacciò un urlo e mi inondò nuovamente di seme caldissimo, facendomi venire per l’eccitazione ormai più che profonda che aveva creato in me.

    In una sola notte, feci recuperare a Claudio il tempo perduto e in pochi giorni diventammo degli amanti perfetti.
     
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