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Una gheisha ubbidiente
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Non ti ho comprato come fanno in tanti.
Hai scelto tu di sottometterti, ed è questo che ha indirizzato il mio interesse verso la tua persona.
Occhi neri da gattina, caschetto corto corvino, sguardo implorante di comandi, trucco deciso scuro, pelle chiara.
Capisco da subito che vuoi farti apprezzare, ti muovi carponi sul parquet, ogni tanto ti fermi in attesa di approvazione.
Mi distrai, sto lavorando, fai il tuo dovere.
Apprezzo che capisci al volo ciò che ti spetta e ciò che devi.
Capisco che cerchi deliberatamente di sbagliare per essere punita, aneli una punizione corporale, oltre al dominio mentale.
Ti vesti in modo da tenere il mio sguardo incollato a te, adori che sia io a dirti quando mangiare, quando bere, quando avere il diritto dei propri bisogni corporali.
Ma qui tu non hai diritti, e si fa tutto a porte aperte, e non voglio vedere che ti doni piacere in mia assenza.
Quelle scarpe da schiava, non riesco ad immaginare il dolore che sentirai a fine giornata.
Ecco che commetti un errore, eclatante, mi hai servito il caffè senza zucchero...
Sai cosa succede adesso vero ?
Non devo neanche parlare che tu gattoni vieni verso di me, ti adagi piano sulle mie ginocchia, inarchi la schiena, alzi piano la gonna, abbassi gli slip ma non del tutto, per sentire i colpi che si mischiano ai graffi dell'elastico in nylon.
Ti prepari al dolore misto a piacere, senti già in bocca il sapore amaro della punizione.
Parte il primo colpo, deciso, la mano è volutamente bagnata, per fare più male.
Sobbalzi, un brivido, una lacrima, un gridolino, ma nella testa godi già per quei 29 colpi rimanenti.
Dureranno un eternità, anche troppo corta per una come te.
Ecco che arriva il secondo e il terzo, sempre più forte, la pelle si arrossa, si scalda.
Le lacrime scendono a fiotti, ma anche un rivolo di saliva cola giù dal lato della bocca, palese sintomo del piacere proibito.
La scarica di colpi si fa sempre più intensa e frequente, tu gemi, ti contorci, ti inarchi, ma non puoi godere, almeno esteriormente.
dopo il trentesimo colpo sei sfiancata,sfinita,ma sogni già di sbagliare ancora.
Ti ricomponi piano, i movimenti ti creano dolore, senza alzarti in piedi mi ringrazi, ti asciughi le lacrime e la bava con le dita dalle unghie smaltate di nero, e torni ai tuoi doveri.
Domani è un altro giorno, un altro probabile sbaglio, un'altra necessaria punizione.
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