Zoccola per una sera

Racconti erotici

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  1. Anonymouš
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    Zoccola per una sera




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    - Sono molto soddisfatto del nostro incontro e per me possiamo proseguire la serata al motel, come si era detto. Ma sta a te decidere.
    Guardo l'uomo che mi siede di fronte e mi mordo il labbro inferiore, un vezzo che ho fin da bambina.
    Molto più alto di me, robusto, capelli scuri, barba nera, occhi castani espressivi, buona cultura e buon conversatore.
    Abbiamo cenato in un ristorante giapponese molto elegante di Pavia, abbiamo parlato di film, di libri e di politica.
    Ci siamo studiati tutta sera.
    Adesso sta a me decidere.
    Non è la prima volta che incontro tramite web, ma la serata è diversa da tutte le altre.
    Se dico di no, lui mi riaccompagnerà all'auto e ci saluteremo da buoni amici.
    Se dico di sì, andremo in un motel dove lui mi pagherà per una prestazione sessuale.
    No, non faccio la prostituta e non ho bisogno di soldi.
    Stiamo giocando. E per me è un gioco totalmente nuovo.
    Lui mi piace. E dico di sì.
    Lui sorride, mi dice di aspettarlo e, da vero signore, si alza e paga il conto con discrezione.
    Poi mi scosta la sedia e usciamo.
    - Posso fumare? Mi chiede.
    Annuisco e intanto arriviamo all'auto.
    - Ricordati che puoi fermare il gioco in qualsiasi momento, mi rassicura.
    Sorrido. Saliamo in auto e partiamo.
    Ci siamo conosciuti qualche settimana prima su un sito di incontri molto esplicito. Uomo piacevole, colto, educato. Ci siamo piaciuti e abbiamo deciso di incontrarci a cena.
    Solo dopo aver fissato l'incontro, mi accorgo che nel suo annuncio insiste più volte sul concetto di “generoso”.
    E io, che sono curiosa, chiedo: perché insisti a dire che sei generoso?
    Mi eccita pagare le donne, mi dice lui, ma non le prostituta, troppo facile, banale, scontato. Mi eccita pagare le donne normali.
    E poi mi propone un gioco: da quel momento, le e-mail che ci scambiamo saranno divise in due parti. Nella prima parte sarà il cliente che scrive alla prostituta, nella seconda Mauro che scrive a me.
    La regola, insiste dolcemente, è che io posso dire “basta” in qualsiasi momento. ma se accetti, sarai la mia puttana per una sera.
    La cosa mi stuzzica ed accetto. Le e-mail del cliente sono precise e circostanziate: mi chiede le misure, le cose che faccio e che non faccio, la mia tariffa.
    E lì, tentenno. Quanto potrò chiedere? Mi affido a google.
    Visito diversi siti, trovo alcuni articoli e alla fine decido di chiedere 300 euro per un rapporto completo protetto, incluso rapporto orale. Niente bdsm, niente anale.
    Lui accetta.
    E ora, eccoci nella stanza del motel.
    Varcata la soglia, Mauro si trasforma nel cliente e mi chiede di spogliarmi. Rimango in reggiseno e slip. Neri, come da sua richiesta.
    Lui non si spoglia e mi guarda, soddisfatto. Gli piacciono le mie forma eccessive, le mie tette enormi, il mio culo, il ventre prominente e le cosce esuberanti.
    Mi fa sedere su una seggiola e, completamente vestito, si corica sul letto, tirando fuori dalle tasche due fogli: sul sito dove ci siamo conosciuti c'è un questionario con un centinaio di domande sulle abitudini sessuali e di vita degli utenti. Lui ha stampato le mie risposte e mi legge tutte le domande per verificare se quanto ho dichiarato corrisponde a quello che gli rispondo.
    Alla fine, soddisfatto, rimette i fogli in tasca, quindi si alza e mi dice di stendermi sul letto.
    Io obbedisco.
    Dalla tasca dei pantaloni estrae il portafoglio, quindi 5 banconote da 50 euro e le posa sul letto.
    - Ne ho chiesti 300, lo sfido io, calciando le banconote a terra, non è periodo di saldi.
    Lui raccoglie le banconote e le mette sul mobile. Poi tira fuori l'ultima banconota e la mette a fianco delle altre.
    - Questi ultimi 50 euro sono tuoi se riesci a farmi venire, mi dice.
    Accetto e subito dopo mi spiega che lui viene raramente. Dice di aver visto medici, sessuologi e urologi ma il motivo di questa cosa rimane sconosciuto.
    vero o no che sia, oramai ho accettato.
    Poi mi ordina di coricarmi con la testa fuori dal letto.
    Io sono sempre in slip e reggiseno. Lui è vestito.
    Non un bacio, non una carezza.
    Lui si avvicina e mi infila il cazzo in bocca fin giù in gola.
    È grosso e io tossisco.
    Esce un poco, poi prende a scoparmi la bocca.
    Mi piace, sento le cosce diventare umide. Ho voglia di scopare e di essere toccata.
    Lui però continua a scoparmi la bocca. Non dice una parola, non allunga una mano.
    Mi scopa in silenzio, usandomi come userebbe un oggetto.
    Ancora pochi colpi, poi esce.
    Quanto è durato? Non lo so. A me sembrano pochi minuti, ma ho perso la cognizione del tempo e non ne sono sicura.
    - Per me basta così, dice.
    Ha una voce severa e io non ho il coraggio di contraddirlo.
    In silenzio, mi rivesto.
    Prendo i 250 euro e li infilo nella borsa.
    - Come ti senti? Mi chiede.
    Vuole sapere che cosa ho provato. Io sono eccitata e confusa.
    Mi riaccompagna all'auto, ci salutiamo.
    Il patto era che non ci saremmo rivisti mai più.
    Salgo in auto.
    Mentre guido verso casa mi sento bellissima e infinitamente potente.

     
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