Difesa delle Piante

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1 Like   Dislike
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Collaboratore
    Posts
    12,362
    Reputazione
    +8
    Location
    Fondation SCP

    Status
    Anonymous

    Difesa delle Colture



    Una grande varietà di patologie può risultare da condizioni di stress pre- e post-raccolta. Le fitopatie peggiorano direttamente la qualità dei prodotti in varia misura a seconda dell’agente patogeno e dello stato fisiologico della pianta. I patogeni possono anche rimanere in una condizione di quiescenza fino al termine della trasformazione e attivarsi con effetti devastanti nelle condizioni favorevoli della quarta gamma. Lo stato di sanità e integrità dei vegetali influenza la resistenza alle attività demolitrici dei microrganismi e la risposta a eventi di stress: in condizioni di resistenza affievolita anche deboli microrganismi ubiquitari, che in genere non darebbero fastidio, possono diventare un problema.
    Una efficace protezione delle colture contro patogeni e parassiti è necessaria per assicurare l’idoneità dei vegetali per la quarta gamma. I requisiti di sicurezza e igiene, in aggiunta a esigenze economico-sociali ed ecologiche, impongono inoltre di minimizzare il livello di residui dei fitofarmaci nei prodotti.
    Per contemperare queste diverse e contrastanti esigenze è necessario seguire criteri di difesa integrata. Tali criteri comportano l'identificazione delle cause avverse, la stima della loro incidenza sull'esito della coltura, la conoscenza della biologia e dell'ecologia di patogeni e parassiti e dei fattori ambientali da cui sono influenzate, in modo da scegliere le misure più opportune per conseguire un grado soddisfacente di controllo. Elementi essenziali di una difesa integrata sono:
    -la sorveglianza, per individuare i fattori avversi e stimarne il livello di presenza;
    -la previsione, basata generalmente su modelli meteorologici, per anticipare lo sviluppo delle popolazioni di parassiti e delle epifitie;
    -le soglie di danno, per ridurre il costo della difesa chimica;
    -i programmi di difesa, che devono integrare mezzi e pratiche di controllo (cultivar resistenti, mezzi fisici e agronomici, controllo biologico, controllo chimico);
    -le registrazioni, per costruire la mappa delle avversità e seguirne l'evoluzione nel tempo.
    Per l'impiego dei mezzi di controllo bisogna tener conto della revisione continua delle regole e normative fitosanitarie. Per informazioni in merito è utile il sito specifico del SIAN.

    Difesa dalle malattie
    Una situazione patologica è determinata da un insieme di condizioni: suscettibilità della pianta, presenza e diffusione del patogeno, ambiente appropriato all'aggressione dei tessuti vegetali. Per gestire un programma di difesa integrata occorre considerare: il tipo di patogeno, la sua biologia, le modalità d'infezione, la diffusione dell'inoculo e l'andamento meteo-climatico.

    Sorvegliando le colture in modo sistematico è possibile individuare le fasi iniziali di un evento patologico, che va diagnosticato correttamente e valutato in funzione delle previsioni meteorologiche. Per qualche malattia è possibile pianificare gli interventi con fitofarmaci mediante modelli di previsione delle infezioni, generalmente basati sull'andamento di fattori ambientali e meteo (temperatura, pioggia, umidità relativa, bagnatura fogliare, ecc).

    Una protezione efficiente delle colture deve mirare a conseguire a costi accettabili prodotti sani e sicuri, rispettando i limiti di contaminazione da fitofarmaci ed evitando esternalità dannose per l'ambiente e la biosfera (impatto ambientale). Integrando mezzi e tattiche complementari è più facile conseguire tali obiettivi.

    Mezzi agronomici
    Le rotazioni, quando praticabili, contribuiscono al controllo di alcuni patogeni e parassiti terricoli, ma non sono efficaci contro specie polifaghe o dotate di strutture di sopravvivenza resistenti (Fusarium, Sclerotinia, Rizoctonia, Verticillium).

    L'aratura autunnale riduce la quantità di inoculo svernante sulla flora spontanea e sui residui delle colture.

    Le varietà resistenti sono un mezzo facile da impiegare per evitare alcune avversità, ma non sono disponibili che in pochi casi.

    La sanità del materiale di propagazione è un mezzo di profilassi tra i più efficaci, perché una buona partenza è essenziale per uno sviluppo normale delle piante. Il trattamento del seme con anticrittogamici specifici può far risparmiare più onerosi e aleatori interventi a coltura stabilita. Il materiale d'impianto scadente funziona da fattore limitante, riducendo la risposta della coltura alla fertilità del suolo. Le sementi in commercio dovrebbero essere state già trattate dai produttori; in caso contrario bisogna trattarle.

    Contribuiscono a ridurre l'esposizione alle malattie e agli stress che le favoriscono il drenaggio, la coltivazione su prode, le spaziature maggiori, l'irrigazione a tempo giusto, il controllo delle malerbe, l'integrità del sistema radicale, salvaguardata evitando lavorazioni troppo profonde o ravvicinate alle piante durante il ciclo colturale.

    Mezzi biologici
    La possibilità di ottenere la soppressione di certi agenti patogeni ad habitat terricolo attraverso l'azione di antagonisti (funghi, batteri, nematodi) è stata provata e in qualche caso anche utilizzata, ma metodi per l'impiego di tali risorse in situazioni non sperimentali non sono stati ancora collaudati.

    Mezzi di sintesi chimica
    L'impiego di prodotti di sintesi deve essere limitato allo stretto necessario, per minimizzare i residui nei vegetali, ma anche per motivi di efficienza ed economia. Sorveglianza sistematica, corretta diagnosi e conoscenza delle soglie di danno in relazione alle previsioni meteo-climatiche sono necessarie per decidere su mezzi e modalità di intervento in modo efficiente.

    Per ottenere una buona protezione con fungicidi di contatto occorrono trattamenti preventivi e ripetuti, oltre a un elevato grado di copertura. Con i fungicidi eradicanti sono possibili applicazioni in numero minore e più mirate, anche ad infezione avanzata, ma c'è un rischio non trascurabile di selezione di ceppi resistenti dei patogeni, per via della specificità di azione. Per ridurre tale rischio gli eradicanti non devono essere usati in modo continuativo; bisogna invece impiegare i prodotti di contatto in ogni circostanza in cui possono consentire un controllo soddisfacente.

    Le malattie batteriche possono essere frenate con prodotti a base di rame, se non si verificano prolungati periodi di elevata umidità.

    Sanitazione del suolo
    Il complesso degli agenti dannosi localizzato nell'ambiente delle radici merita una considerazione a parte, sia per la capacità di influenzare la pianta in modo continuativo per tutto il ciclo, sia per le molteplicità di interazioni possibili tra diversi organismi, sia perché i mezzi e gli interventi di controllo non sono specifici ma hanno effetto su più organismi. Gli agenti più dannosi sono compresi tra i nematodi e i funghi.

    Le popolazioni di nematodi sono in genere composte di varie specie, parassite e no, che nei rapporti con le piante coltivate interagiscono tra loro e con altri organismi, con esiti di danno più o meno gravi rispetto alla somma di quelli che produrrebbero i singoli organismi a parità di livello di infezione. In diversi casi è stata riscontrata una minore incidenza del quadro patologico attribuito al complesso dei funghi terricoli dopo interventi di controllo dei nematodi.

    Nella lotta ai parassiti e patogeni presenti nel suolo si deve tener presente che, proprio perché sono coinvolte molte specie di organismi interagenti, le relazioni dose-risposta disponibili per i fitofarmaci, stimate per singole specie, hanno una validità limitata. In pratica il dosaggio può essere definito in modo da controllare la specie più resistente.

    L'efficacia di nematicidi e fumiganti è maggiore se vengono usati in combinazione con le pratiche agronomiche utili per il controllo delle malattie. Prima del trattamento il terreno deve essere lavorato in profondità e rifinito bene con erpicature, privo di residui vegetali grossolani, sufficientemente umido e relativamente caldo (10-20 °C): i nematodi sono più sensibili di funghi, batteri, insetti e semi di piante infestanti ai fumiganti, ma sopravvivono in una certa misura quando sono al riparo nei residui vegetali indecomposti o in strati di terreno meno interessati dal trattamento.

    Disinfezione delle serre e dei substrati di allevamento
    Una pausa colturale di qualche mese, al colmo dell'estate (luglio-agosto) e con il terreno lavorato, interrompe i cicli dei parassiti e può essere utilizzata per la solarizzazione, che va applicata chiudendo la serra per 20-30 giorni, in modo da intensificare il calore e la sua durata.

    Pareti, passaggi, bancali, tubazioni vanno disinfettati periodicamente e prima di iniziare un ciclo di coltivazioni. I residui vegetali devono essere tempestivamente allontanati e distrutti e le aree circostanti tenute libere da vegetazione.

    Prima di entrare nelle serre il personale deve pulire e disinfettare calzature e attrezzi.

    Per disinfettare i substrati di allevamento e i vassoi per la produzione di piantine è opportuno il trattamento con vapore (80 °C per mezz'ora). In alternativa si possono usare fumiganti per i substrati e soluzioni clorate per i vassoi. In ogni caso si devono lasciar passare due o tre settimane dopo il trattamento prima di utilizzare i terreni.

    Difesa dai parassiti

    Esclusione della fauna domestica e selvatica
    Gli animali sono portatori, direttamente o attraverso i loro parassiti, di vari microrganismi patogeni anche per l'uomo. La frequentazione delle colture da parte di animali domestici e selvatici è causa di contaminazione dei vegetali, attraverso il contatto diretto o con le deiezioni, e aumenta il rischio igienico-sanitario per la destinazione di quarta gamma. Quindi è necessario impedire l'accesso degli animali alle colture.

    L'esclusione degli animali è difficile perché gli ostacoli che si possono attivare vengono prima o poi superati. Combinando ostacoli di varia natura (barriere, deterrenti visuali e acustici, repellenti) con una buona profilassi igienica generale, che eviti per esempio la presenza di rifiuti costituiti da materiali organici nell'ambito delle aree coltivate, si contribuisce a ridurre la frequentazione di animali. Anche la pratica di tenere pulite dalla vegetazione spontanea le aree non coltivate impedisce alla fauna di avere nascondigli in prossimità delle colture e agevola l'ispezione. Per la protezione dai volatili si possono impiegare reti negli ambienti protetti e se necessario deterrenti in pien'aria.

    Controllo degli insetti
    La lotta agli insetti, da condurre con l'obiettivo di mantenere le popolazioni a livelli accettabili, più che di eliminarle totalmente, richiede l'integrazione di vari metodi di controllo, per evitare il rischio che i parassiti si adattino, diventando resistenti a uno qualunque di essi. Occorre pertanto conoscere bene l'ecologia del sistema colturale e degli insetti, il cui comportamento è fortemente influenzato dalle condizioni climatiche e meteorologiche.

    Soglie di intervento, sorveglianza e previsioni
    Qualsiasi intervento di controllo dovrebbe essere deciso in base a una comprensione del livello di danno oltre il quale si ha una riduzione del reddito. Purtroppo, valori di soglia validati sperimentalmente sono disponibili soltanto in qualche caso. In assenza si possono seguire le specifiche delle imprese destinatarie dei prodotti e i suggerimenti eventualmente disponibili nei disciplinari di produzione integrata.
    In ogni caso la coltivazione deve essere sorvegliata a intervalli regolari durante la stagione, e più frequentemente nei periodi critici dello sviluppo delle piante, secondo un piano sistematico, esaminando un numero adeguato di piante ben distribuite su tutta l'area coltivata e soprattutto ai bordi, notando il numero di insetti e i danni.
    L'uso di trappole consente di rilevare la comparsa e di valutare l'abbondanza di varie specie. L'inizio dei periodi di attività può essere previsto anche in base al conteggio dei gradi-giorno, sommatoria delle temperature superiori a una data soglia, calcolata in questo caso in riferimento al termoperiodo annuale.

    Contenimento con varietà resistenti
    La resistenza agli insetti può derivare da una minore appetibilità della pianta, difficoltà di insediamento e di alimentazione, che limitano lo sviluppo, oppure dalla capacità della pianta di sopportare un'infestazione senza danno economico (tolleranza). Quest'ultimo caso non ha interesse per i prodotti destinati alla quarta gamma, prevalentemente costituiti da parti vegetative, che devono essere sane e prive di parassiti. Se disponibili, le varietà resistenti consentono di ridurre la popolazione dei parassiti, le spese di controllo e l'impatto ambientale della lotta agli insetti.

    Contenimento con attività colturali
    L'ambiente può essere reso meno favorevole per gli insetti mediante opportuni avvicendamenti colturali, scegliendo i tempi di impianto e di raccolta in modo da sfuggire ai picchi di attività degli insetti più dannosi, oppure utilizzando colture trappola per distoglierli da quelle principali. La vegetazione spontanea delle aree incolte e i residui vegetali presso i campi e le serre possono ospitare fitopatogeni, parassiti e organismi utili. La pulizia di tali aree, mediante erbicidi o falciature frequenti, e la lavorazione del terreno al termine di un ciclo colturale per distruggere la flora infestante, contribuiscono a rendere l'ambiente meno ospitale per gli insetti e quindi a ridurre la necessità di usare insetticidi, anche se possono avere un impatto negativo su una fauna utile per gli equilibri biologici.

    Contenimento con mezzi fisici
    Nei periodi che ne consentono l'uso, le coperture con tessuto-non-tessuto contribuiscono a limitare le infestazioni di varie specie di insetti. Per le serre si possono usare reti e sistemi di cattura.
    Mezzi biologici

    La conservazione dei nemici naturali degli insetti (predatori, parassitoidi e patogeni) merita lo sforzo necessario per ottenerla. Predatori e parassitoidi tendono ad essere più danneggiati delle specie ospiti dai trattamenti con insetticidi, il cui impatto aumenta con: l'ampiezza dello spettro di attività, l'azione per contatto rispetto a quella sistemica, la persistenza di azione, il grado di copertura, il dosaggio e la frequenza di applicazione. Anche i trattamenti con fungicidi possono contribuire alla riduzione del controllo naturale, diminuendo l'incidenza dei funghi patogeni di insetti.

    La pratica del controllo biologico si basa sull'aumento del numero di nemici naturali, attraverso il rilascio di specie nuove o poco presenti e la modifica dell'ambiente di coltura, essenzialmente provvedendo aree rifugio, per favorirne l'insediamento e lo sviluppo. Ma nel caso della produzione per quarta gamma le aree rifugio devono essere considerate con cautela, perché presentano anche rischi per le colture, diventando ricettacoli di microrganismi fitopatogeni e di fauna indesiderabile, perché possibile portatrice di bio-contaminanti.

    Contenimento con antiparassitari di sintesi
    L'efficacia delle applicazioni di insetticidi dipende da vari fattori, tra cui l'adeguatezza della sostanza attiva e del formulato per la situazione, il momento dell'applicazione rispetto allo stadio di vita dei parassiti, il grado di copertura delle superfici vegetali.

    Diverse popolazioni di insetti sono diventate resistenti in qualche misura a uno o più insetticidi. Lo sviluppo delle resistenza è favorito dall'uso continuativo di prodotti dello stesso tipo, e popolazioni resistenti a una categoria di prodotti hanno mostrato di essere in grado di sviluppare più rapidamente resistenza anche verso altre categorie (resistenza incrociata). Per ridurre il rischio dello sviluppo di resistenze, l'uso degli insetticidi dovrebbe seguire i seguenti criteri:
    -interventi decisi in base a soglie di danno e limitati ai casi di necessità;
    -dosaggi minimi efficaci;
    -avvicendamento di prodotti di classi e modi d'azione differenti, possibilmente cambiando a ogni nuova generazione dei parassiti;
    -uso di coadiuvanti.
    Nell'uso di insetticidi, come per i fitofarmaci in generale, bisogna cercare di limitare le esternalità dannose per l'ambiente e la biosfera (impatto ambientale).
     
    .
0 replies since 12/12/2012, 09:27   9 views
  Share  
.