Stella Alpina

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   +1 Like   Dislike
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Collaboratore
    Posts
    12,362
    Reputazione
    +8
    Location
    Fondation SCP

    Status
    Anonymous

    Stella alpina
    Leontopodium



    Leontopodium è un genere di piante erbacee appartenente alla famiglia delle Asteraceae o Compositae.

    Etimologia
    Il nome del genere (Leontopodium) significa letteralmente “piede leonino”, ed è un adattamento latino del greco “leontopódion” (λεοντοπόδιον) da “léon” (= leone) e “pódion” (= piede), ed è stato introdotto nella nomenclatura floristica dal botanico Robert Brown, nella pubblicazione ”Observations on the Natural Family of Plants Called Compositae” del 1817, facendo riferimento (non troppo felice) alla forma dei capolini fiorali simili ad una zampa di leone

    Descrizione
    I dati morfologici si riferiscono soprattutto alle specie europee e in particolare a quelle spontanee italiane.
    Sono piante non molto alte (20 – 30 cm). La forma biologica è almeno per le specie europee emicriptofita scaposa, ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette generalmente dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche foglie. In genere queste specie sono riccamente lanose per limitare l'eccessiva traspirazione in quanto la maggior parte sono originarie di habitat aridi e secchi.

    Radici
    Le radici sono secondarie da rizoma.

    Fusto
    -Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un rizoma.
    -Parte epigea: la parte aerea è ascendente, eretta e semplice con poche foglie.

    Foglie
    Le foglie sono sia basali che cauline. Quelle basali formano una rosetta. Sono intere, oblanceolate quelle basali e lanceolate -lineari quelle cauline. Entrambe le superfici possono essere tomentose oppure solo quella inferiore come in Leontopodium alpinum.

    Infiorescenza
    Le infiorescenze sono composte da alcuni capolini (3 – 12) raccolti in glomeruli corimbosi terminali circondati da alcune brattee o foglie fiorali. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: esternamente si ha un involucro campanulato composto da diverse squame che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati assenti in questo genere, e i fiori del disco centrale tubulosi. Questi ultimi si dividono in due tipi: quelli più periferici sono filiformi e femminili; quelli più interni (centrali) più tubulosi, sono maschili, in realtà sono ermafroditi, ma spesso sono maschili per aborto degli organi del gineceo. L'involucro dell'infiorescenza si compone di diverse vistose foglie bratteali lanceolate, patenti, disposte a stella; la superficie in genere è bianco-lanosa e sono molto più lunghe del diametro del glomerulo di capolini: in effetti è la parte più caratteristica della pianta (assolve alla funzione vessillifera rispetto agli insetti impollinatori). Le squame dei capolini sono colorate di marrone scuro e disposte su più serie.

    Fiori
    I fiori sono attinomorfi. Sono tetra-ciclici verticilli: calice – corolla – (androceo – gineceo) e pentameri (calice e formati da 5 elementi)
    -Calice: i sepali del Calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
    -Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori sono saldati a tubo e terminano in cinque denti.
    -Androceo: gli stami hanno delle antere acute e caudate alla base le due code sono lesiniformi); il tutto è saldato insieme e forma una specie di manicotto avvolgente lo stilo. I granuli pollinici possiedono uno strato basale spesso e regolarmente perforato.
    -Gineceo: i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. Lo stilo è unico con linee stigmatiche marginali, appiattito (senza appendici) e terminante in uno stigma bifido

    Frutti
    Dopo la prolungata fioritura, le brattee appassiscono lasciando i capolini femminili fecondati pronti a far maturare i semi. I frutti sono degli acheni granulosi a forma oblungo-ellissoide. Il pappo di colore paglierino si differenzia in setole capillari nei fiori femminili e setole clavate in quelli maschili.

    Riproduzione
    -Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
    -Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
    -Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

    Distribuzione e habitat
    Le specie di questo genere crescono spontaneamente in Asia (India, Cina e Giappone) sulle Ande, sulle Alpi europee e sugli Appennini. L'habitat tipico sono le zone aride montuose.

    Sistematica
    La famiglia di appartenenza del genere (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti); mentre questo genere non è molto numeroso: una trentina di specie circa originarie soprattutto dell'Asia Centrale.

    Filogenesi
    È un genere con specie apomittiche(piante a propagazione stolonifera) e quindi di difficile studio. L'origine di questo genere sono le zone montuose calde e aride degli altopiani desertici dell'Asia Centrale. I rilievi montuosi asiatici formatisi nel Miocene hanno contribuito in modo fondamentale alla formazione di varie specie alpine oloartiche. In seguito alcune specie (come ad esempio Leontopodium alpinum e Leontopodiem nivale) si sono diffuse in Europa durante le ultime glaciazioni. Il collegamento con le specie asiatiche è dimostrato ampiamente da diversi studi fatti sul genere Leontopodium dai quali risultano gli stretti rapporti filogenetici di parentela con le specie asiatiche pur considerando la notevole disgiunzione geografica tra i due areali. Lo studio appena citato, analizzando le sequenze del ribosoma nucleare e plastidiale di diverse specie del genere Lenotopodium sia europee che asiatiche, ha evidenziato una sostanziale monofilia del gruppo (compreso il genere Sinoleontopodium), identificando all'interno tre gruppi filogenetici, uno di quali è quello europeo che pur formando un gruppo distinto geneticamente risulta in realtà poco divergente dai “parenti” tibetani indicando quindi una separazione avvenuta in tempi relativamente recenti.

    Specie del genere
    L'elenco seguente è una selezione delle specie di Leontopodium. Le due uniche specie italiane sono descritte più dettagliatamente.
    -Leontopodium alpinum Cass. (1822) - Stella alpina: è la specie più conosciuta e diffusa, meglio nota come edelweiss, e per il suo caratteristico aspetto è divenuta il simbolo della montagna; la si può trovare sulle catene montuose che dai Pirenei si estendono fino all’Himalaya. Si differenzia dall'altra specie europea per l'altezza: 8 – 15 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Orofita – Eurasiatico; l'habitat tipico sono i pascoli alpini; la distribuzione sul territorio italiano e relativa solamente alle Alpi fino ad una altitudine compresa tra 1500 e 2600 m s.l.m..
    -Leontopodium brachyactis Gand.
    -Leontopodium calocephalum (Franch.) Beauv. - Distribuzione: Cina
    -Leontopodium conglobatum (Turcz.) Hand.-Mazz.
    -Leontopodium discolor Beauverd - Distribuzione: Asia e Siberia
    -Leontopodium fauriei (Beauverd) Hand.-Mazz. - Distribuzione: Giappone
    -Leontopodium haplophylloides Hand.-Mazz - Distribuzione: Kansu e Szechwan
    -Leontopodium kurilense Takeda - Distribuzione: Asia e Siberia
    -Leontopodium jacotianum Beauv - Distribuzione: Pakistan, India, Nepal e Cina
    -Leontopodium japonicum Miq. - Distribuzione: Cina, Corea e Giappone
    -Leontopodium leontopodioides (Willd.) Beauverd - Distribuzione: Asia e Siberia
    -Leontopodium nanum (Hook. f. et Thoms.) Hand.-Mazz.
    -Leontopodium nivale (Ten.) Huet - Stella alpina dell'Appennino: si differenzia dall'altra specie europea per una minore altezza: 1 – 5 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap); il tipo corologico è Sub-endemico; l'habitat tipico sono le rupi calcaree; si trova solo negli Appennini centrali fino ad una altitudine compresa tra 2300 e 2800 m s.l.m..
    -Leontopodium ochroleucum Beauverd - Distribuzione: Asia e Siberia
    -Leontopodium palibianum Beauverd
    -Leontopodium souliei Beauverd - Distribuzione: Cina
    -Leontopodium stoechas Hand.-Mazz. - Distribuzione: Cina

    Coltivazione
    L'unico impiego che attualmente hanno queste piante è nel giardinaggio roccioso e alpino. In effetti non si incontrano grandi difficoltà a coltivarle, basta piantarle sempre a settentrione su substrati leggeri (calcarei), ghiaiosi e ben drenati; pur tuttavia (a parte la specie Leontopodium alpinum impiegata nel giardinaggio europeo fin dal 1776) è soltanto nel 1915 che nelle coltivazioni orticole venne introdotta un'altra specie di questo genere: Leontopodium haplophylloides una “Stella alpina” a fiore profumato di limone proveniente dal Kansu e Szechwan settentrionale.

    Numimastica
    Una stella alpina è effigiata sulla moneta da due centesimi di euro dell'Austria.
     
    .
  2.     +1 Like   Dislike
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Gestore
    Posts
    6,183
    Reputazione
    +8
    Location
    vicenza, veneto

    Status
    Anonymous
    Che carina! swtfpm5
     
    .
  3.     +1 Like   Dislike
     
    .
    Avatar


    "The customer is king."

    Group
    Direttore
    Posts
    18,962
    Reputazione
    +10
    Location
    Strahl

    Status
    Anonymous
    L'emoticons con lo sharingan ipnotico è stupenda!
    Ad ogni modo,avevo pure questa e concordo con Black,splendida...*-*
     
    .
2 replies since 10/12/2012, 10:27   20 views
  Share  
.