Le muse inquietanti

Le muse inquietanti
Giorgio de Chirico




Autore: Giorgio de Chirico
Titolo dell'opera: Le muse inquietanti
Data di realizzazione: 1917
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 97x66 cm
Luogo in cui è conservato: Milano, Collezione Mattioli.

Nel 1917, quasi fosse un manifesto della pittura metafisica, de Chirico dipinge Le muse inquietanti.
Nel mezzo di una grande piazza dominata dalla rossa sagoma del Castello estense di Ferrara - città in cui l'artista si trovava all'inizio della Prima guerra mondiale - si protende un palco formato da tavole lignee il cui colore non è dissimile da quello del castello.
Rosse e alte ciminiere sulla sinistra non buttano fumo e non sono, pertanto, segno di vita o di attività.
Sul palco prendono posto armonicamente delle statue-manichino dalle grandi teste ovoidali e collocate su piedistalli (la figura inanimata, al centro, seduta su un azzurro parallelepipedo, è "smontata": la sua testa rimossa le è appoggiata ai piedi). Altri corpi geometrici, colorati come i giochi di un bimbo, sono disposti fra i muti personaggi di pietra.
L'uomo è assente dalla scena, le finestre degli edifici sono buie o chiuse.
Le Muse, protettrici delle arti e paludate all'antica, quasi colonne consunte del tempo, sono immobili ed enigmatiche presenze depositarie di un mistero inaccessibile e inquietante.
La brezza che muove i vessilli issati sugli spalti del castello e che rende terso il cielo, la nitidezza del segno, la mancanza di una prospettiva atmosferica, le ombre nette e lunghe, il colore caldo e dorato che pervade l'intero dipinto, il silenzio che regna sovrano, il tempo sospeso, sono gli ingredienti di cui l'artista si serve per prospettarci una realtà diversa da quella usuale, metafisica, appunto, di cui non sempre siamo consapevoli, ma che è insita di tutte le cose - se solo sappiamo percepirla - e genera "lirismo consolatore".