Votes taken by Hitsugaya93

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    i maggassi alla fine sono coccole se fatto con amore :)
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    credo che sia meglio cambiare colore della scritta...non ci leggo un kappa :wacko:
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    Partecipo anche io

    ammetto che è la mia prima vera creazione quindi nulla di che:

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    più che lucido direi arrosto O_O
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    Monte fuji

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    Il Monte Fuji (富士山, Fuji-san), anche noto con il nome non corretto Fujiyama, è un vulcano alto 3.776 m ed è la montagna più alta del Giappone. Con la sua cima innevata per 10 mesi all'anno, è uno dei suoi simboli, e gli shintoisti lo considerano sacro al punto da ritenere doveroso almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita.
    Altri nomi giapponesi del Monte Fuji, ormai obsoleti o aulici, sono Fuji-no-yama (ふじの山, "la montagna del Fuji"), Fuji-no-takane (ふじの高嶺, "l'alta vetta del Fuji"), Fuyō-hō (芙蓉峰, "la cima del loto") e Fu-gaku (富岳 o 富嶽, il primo carattere di 富士, "Fuji", e 岳, "montagna").
    Gli attuali kanji utilizzati per scrivere Fuji, 富 e 士, significano rispettivamente "ricco" o "abbondante", e "uomo di un certo lignaggio", ma è probabile che siano stati scelti più per la loro pronuncia, che per il loro significato (ateji).
    L'origine del nome Fuji non è certa. Secondo un'etimologia popolare fuji verrebbe da 不二 (fuji, "no" + "due"), nel senso di "senza eguali" o "incomparabile". Per altri deriverebbe da 不尽 (fujin, "no" + "fine"), nel senso di "senza fine". Un erudito giapponese del periodo Edo, Atsutane Hirata, sosteneva che il nome derivasse dalla omonima parola avente il significato di "montagna dalla forma di una spiga (ho) di riso". Un missionario inglese, John Batchelor (1854-1944), riteneva invece che il nome provenisse dalla parola Ainu fuchi o huchi (fuoco) della divinità del fuoco huchi kamui, tesi contestata però dal linguista giapponese Kyosuke Kindaichi (1882-1971) sotto il profilo dell'evoluzione fonetica. L'esito di alcune ricerche sulla localizzazione dei toponimi contenenti la parola fuji suggerisce, d'altra parte, che essa appartenga alla lingua Yamato piuttosto che a quella Ainu. Un toponomastico giapponese, Kanji Kagami, ha osservato, infine, che il nome ha la stessa radice delle parole huji ("glicine") e niji ("arcobaleno"), poi variate in fuji, il cui significato richiamerebbe la tipica forma curvilinea delle pendici del monte.

    Il periodo consigliato per visitare questo luogo è sicuramente l’estate, attorno ai mesi di Luglio/Agosto, anche perché se avete intenzione di avventurarvi in un’escursione sull’immenso vulcano, questi sono gli unici mesi in cui potete farlo, per il resto dell’anno le vie diventano molto pericolose e quindi chiuse al pubblico.
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    Il difficile non è tanto il dirlo,ma provarlo veramente! E sopratutto che non sia "quell'amore" che prima si dice di provare e poi dopo che ci si lascia basta solo qualche mese per far sparire il sentimento. Quand'è così è ancora peggio...è come se ti avesse preso in giro per tutto il tempo quando tu l'hai amata veramente ed è ancora così dopo anni passati...
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    dopo 29 pagine di messaggi letti,finalmente ho visto tutte le foto!!!!! è stata una faticaccia e sopratutto ci ho messo quasi 20 minuti per leggermi tutto xD
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    Dizionario

    dizionario-giapponese-giapponese-italiano-italiano-giapponese_3006214

    Ecco alcune parole giapponesi,le più comuni, in ordine alfabetico:
    -Aiuto=Taskete
    -Andare =Iku
    -Anima =Tama
    -Arancione=Orenjiiro
    -Argento=Gin-iro
    -Arrivederci=Sayoonara
    -Bene,grazie =Genki,arigato
    -Buonappetito =Itadakimsu
    -Buongiorno =Konnichiwa
    -Capisco=Uakarimashta
    -Ciao =Ni hao
    -Come va? =Choshi wa dò?
    -Fortuna =Sachi
    -Forza =Chikara
    -Grazie =Arigato
    -Grazie mille =Doumo arigato
    -No =Iie
    -Non capisco=Uakarimasen
    -Oggi =Kyou
    -Per favore =Onegai-shimasu
    -Permesso =Shisureishimasu (per entrare in una stanza)
    -Permesso =Shisureishimashita (per uscire da una stanza)
    -Piacere =Hajimemashite
    -Prego =Douzo (Quando si offre qualcosa)
    -Prego =Dò-itashimashite (in risposta al grazie)
    -Scusa =Gomennasai
    -Scusa =Sumimasen (Per chiedere un informazione)
    -Si =Hai
    -Solamente =Dake
    -Speranza =Kibo
    -Un momento/un attimo=Ciotto matte



    Numeri:
    0001=Ichi
    0002=Ni
    0003=San
    0004=Shi
    0005=Go
    0006=Roku
    0007=Nana/Shichi
    0008=Hachi
    0009=Kyuu
    0010=Jyuu
    0020=Ni-jyuu
    0030=San-jyuu
    0040=Yon-jyuu
    0050=Go-jyuu
    0060=Roku-jyuu
    0070=Nana-jyuu
    0080=Hachi-jyuu
    0090=Kyuu-jyuu
    0100=Hyaku
    1000=Sen

    Regole numeriche:
    Per i numeri da 11 a 19 si mette il prefisso "Jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    11=Jyuu-ichi
    12=Jyuu-ni
    13=......
    Per i numeri da 20 a 29 si mette il prefisso "Ni-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    21=Ni-jyuu-ichi
    22=Ni-jyuu-ni
    23=......
    Per i numeri da 30 a 39 si mette il prefisso "San-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    31=San-jyuu-ichi
    32=San-jyuu-ni
    33=......
    Per i numeri da 40 a 49 si mette il prefisso "Yon-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    41=Yon-jyuu-ichi
    42=yon-jyuu-ni
    43=......
    Per i numeri da 50 a 59 si mette il prefisso "Go-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    51=Go-jyuu-ichi
    52=Go-jyuu-ni
    53=......
    Per i numeri da 60 a 69 si mette il prefisso "Roku-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    61=Roku-jyuu-ichi
    62=Roku-jyuu-ni
    63=......
    Per i numeri da 70 a 79 si mette il prefisso "Nana-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    71=Nana-jyuu-ichi
    72=Nana-jyuu-ni
    73=......
    Per i numeri da 80 a 89 si mette il prefisso "Hachi-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    81=Hachi-jyuu-ichi
    82=Hachi-jyuu-ni
    83=......
    Per i numeri da 90 a 99 si mette il prefisso "Kyuu-jyuu" prima del numero.
    ESEMPIO:
    91=Kyuu-jyuu-ichi
    92=Kyuu-jyuu-ni
    93=......
    Per i numeri oltre da 100 a 999 si mette il prefisso "Hyaku" e si applicano le regole precedenti.
    Per i numeri da 1000 a 9999 si mette il prefisso "Sen" e si applicano le regole precedenti.
    il modo di scrivere e la pronuncia cambiano un pò da regione a regione(come i nostri dialetti).
    Così anche i numeri li posso scrivere in modo diverso (ad es. 10=jyuu,jyu,ju)
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    La Katana

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    La katana (刀) è la spada lunga giapponese. Anche se molti giapponesi usano questa parola per indicare genericamente una spada, il termine Katana (o più precisamente uchigatana) si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai.

    Nonostante permettesse efficacemente di stoccare, veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, impugnata ad una o due mani. Quest'ultima diventò la maniera più comune, sebbene Musashi Miyamoto, nel Libro dei Cinque Anelli, raccomandasse la tecnica a due spade, che presupponeva l'impugnatura singola. Veniva indossata con la parte concava della lama rivolta verso il basso, in modo da poterla sguainare velocemente con abili movimenti.
    L'arma era portata di solito dai membri della classe guerriera insieme al wakizashi, o spada corta. La combinazione delle due spade era chiamata daisho, e rappresentava il potere o classe sociale e l'onore dei samurai, i guerrieri che obbedivano al daimyō (feudatario). Più precisamente la combinazione daishō era costituita fino al XVII secolo da tachi e tanto, e solo in seguito da katana e wakizashi.

    STORIA

    La produzione di spade in ferro inizia in Giappone alla fine del IV secolo. Le katana cominciano ad apparire intorno alla metà del periodo Muromachi (1392-1573). Nel successivo periodo Momoyama (1573-1614) si realizza un grande sviluppo sia tecnologico che estetico. Con l'epoca Tokugawa (1603-1868) le lame di lunghezza superiore ai 2 shaku (60,6 cm) furono riservate ai samurai e vietate a tutti gli altri cittadini. Dopo la restaurazione imperiale del periodo Meiji (1868-1912), con l'editto Haitorei del 1876, venne dichiarata estinta la casta dei samurai e quindi il portare in pubblico il Daisho, loro simbolo sociale.

    Con quest'atto (1876) termina la grande fioritura dell'arte della forgiatura delle spade. La produzione riprende in sordina con l'era Taishō ma ormai solo per preservare le tecniche costruttive che per effettiva necessità. Negli anni della seconda guerra mondiale la produzione raggiunge numeri rilevanti ma la qualità è ben lontana da quella degli anni d'oro. Dal dopoguerra la produzione muta orientamento riprendendo la migliore tradizione. In epoca contemporanea, grazie anche all'impulso di un collezionismo attento e appassionato, in Giappone e all'estero, si ritorna a produrre pezzi di grande pregio. Nel contempo i pezzi creati da grandi maestri del passato, ma anche di quelli contemporanei, raggiungono quotazioni elevatissime.

    Da quando l'arte della pratica nell'uso della spada per i suoi scopi originari è diventata obsoleta, il kenjutsu viene sostituito dal gendai budo, moderni stili di combattimento per altrettanto moderni combattenti. L'arte di usare la katana si chiama iaido, battōjutsu o iaijutsu, mentre il kendo è una scherma praticata con la shinai, una spada di bambù, in cui i praticanti sono protetti dal tipico elmetto e dall'armatura tradizionale.

    MORFOLOGIA

    La montatura della katana è costituita da impugnatura (tsuka), elsa o guardia (tsuba) (鍔) e fodero (saya) (鞘) . L'impugnatura in legno era ricoperta di pelle di razza (same), rivestita con una fettuccia di seta intrecciata (tsukaito); trai vari intrecci del cordone di seta, trovano posto degli ornamenti di svariate fogge (menuki) questi potevano poi trovarsi anche sulle impugnature rivestite di altri materiali. Il fodero era realizzato in legno di magnolia laccato. La tsuba, posta tra il manico e la lama per evitare le lesioni alle mani da scivolamenti sulla lama, era metallica, finemente intagliata, spesso un'opera d'arte.

    TsubaLa lama vera e propria invece si divide in codolo (Nakago), corpo della lama e punta (Kissaki). Vista invece dal dorso al tagliente la lama si divide in:
    Mune: il dorso della lama. Può essere distinto in vari tipi: Hikushi 'basso', Takashi 'alto', Mitsu 'a tre lati', Hira o Kaku 'piatto', Maru 'arrotondato';
    shinogi-ji: il primo dei due piani che formano la guancia della lama, lucidato a specchio. Su di esso di possono trovare profonde incisioni longitudinali, solitamente sul primo terzo della lama, rappresentanti disegni (horimono) o caratteri sanscriti (bonji). Sempre su di esso può essere presente un solco da entrambi i lati (Hi) il cui fine principale è l'alleggerimento ed un ulteriore bilanciamento della lama;
    Shinogi: Linea di divisione tra i piani. Nella forma di lama denominata shinogi-zukuri, dopo il cambio di piano del kissaki determinato dalla linea di yokote, lo shinogi prende il nome di ko-shinogi;
    Il secondo dei due piani che formano la guancia della lama (Hira), non lucidato per permettere la struttura della lama (Hada);
    Linea di tempra (Hamon)
    Parte temprata ed affilata (Ha)

    CURA E CONSERVAZIONE DELLA KATANA

    La cura e la conservazione della katana segue le stesse regole generali che si applicano nel rituale del tè o nella calligrafia o nel bonsai o nell'arte di disporre i fiori (Ikebana).
    Dopo aver smontato la lama dal Koshirae la si cosparge con una polvere ricavata dall'ultima pietra utilizzata per la politura (Uchigomori) tramite un tamponcino. Successivamente, usando della carta di riso piegata tra pollice ed indice, si rimuove la stessa con un movimento dal nakago al kissaki pinzando la lama con il mune verso la mano. Successivamente con un altro panno leggero (o sempre con carta di riso) imbevuto parzialmente di olio di garofano raffinato si passa di nuovo tutta la lama con lo stesso movimento utilizzato per rimuovere la polvere di uchigomori. La prima operazione rimuove tracce di ossidazione e grasso lasciato dalle dita durante il rinfodero, la seconda operazione invece serve per evitare ossidazioni successive.
    In montature utilizzate per l'esposizione si può notare un nodo caratteristico più o meno complesso attorno al kurikata fatto con il sageo.
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    ps: altra foto scattata da me
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    Suffissi Onorifici Giapponesi

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    I suffissi onorifici giapponesi sono utilizzati ponendoli dopo il nome di una persona e attribuiscono il grado di confidenza o rispetto che si ha nei confronti della stessa; -san, -sama, -kun e -chan sono tipici suffissi onorifici usati nella lingua giapponese parlata.


    * san (さん): utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile).
    * sama (様): utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto.
    * dono (殿): versione "superiore" al -san (ma non corrisponde al -sama), molto formale e utilizzato quando si ha un rispetto davvero elevato verso una persona.
    * shi (氏): versione intermedia fra il -san e il -sama, utilizzata prevalentemente verso ristretti ambiti professionali come fra ingegneri o avvocati.
    * kun (君, くん in kana): uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo.
    * chan (ちゃん): utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia.
    Viene utilizzato anche per gli animali domestici.
    * tan (たん), chin (ちん): storpiature infantili di -chan, raramente utilizzata da bambini più grandi, se persino fra adulti possono avere connotazioni ironiche o da vezzeggiativi esagerati, e possono essere considerati non molti educati in alcuni casi.
    * sensei (先生): significa "professore", "maestro" (in ogni senso) o "dottore". Propriamente non è un suffisso, ma in alcuni casi il suo utilizzo associato ad un nome lo rende analogo ad essi (es. Denegawa-sensei, il professor Denegawa o il dottor Denegawa), seppur spesso sia utilizzato anche da solo.
    * senpai (先輩): indica un compagno o collega più anziano o superiore di grado che merita considerazione e rispetto, e non ha corrispettivi nella lingua italiana risultando intraducibile direttamente. Anche in questo caso non si tratta propriamente di un suffisso e spesso è utilizzato da solo, ma il suo utilizzo accostato ad un nome è simile (es. Izumi-senpai, il senpai Izumi). Inversamente al senpai vi è il kōhai (後輩), cioè un compagno o collega più giovane ed inesperto, ma questo termine raramente viene utilizzato accanto ad un nome.
    * kohai (後輩): in ambito prettamente scolastico, viene ad indicare rispettivamente uno studente più giovane. E' comunque molto utilizzato anche in ambito lavorativo, sportivo o, in generale, all'interno di ogni tipo di gruppo organizzato. Viene a descrivere un rapporto personale (che può divenire anche molto stretto) che è presente in modo informale in tutte le forme organizzative e associative, club, aziende e scuole in Giappone. Kohai equivale approssimativamente a colui che si mette sotto l'ala protettiva del più grande: è quindi il pupillo, idealmente il discepolo.
    * hime (姫): letteralmente significa "principessa" come una parola a se state però ci sono casi(rari) in cui è utilizzato come suffisso quando ci si rivolge ad una persona con tale titolo mettendo prima il nome o cognome,seguito da -hime e (in alcuni casi) seguito anche da -sama
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    l'onorificenza è molto importante in giappone, come le buone maniere se non di più. Infatti come si vede in foto neanche il presidente degli Stati Uniti d'America(Obama in foto) non può evitare di inchinarsi al re del giappone

    Edited by Hitsugaya93 - 6/9/2012, 20:40
10 replies since 7/4/2008
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