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Addio Stephen Hawking
È morto a 76 anni Stephen Hawking
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Stephen Hawking, uno degli scienziati più famosi al mondo e tra i fisici teorici più importanti della seconda metà del XX secolo, è morto questa mattina nella sua casa di Cambridge, in Regno Unito. La notizia è stata confermata dalla famiglia. Hawking, che aveva 76 anni ed era malato da molto tempo, era noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri (in particolare per la radiazione dei buchi neri che porta il suo nome) e per i suoi libri di divulgazione scientifica. Era il direttore di ricerca del Dipartimento di matematica applicata e fisica teorica dell’università di Cambridge, e aveva fondato il Centro di cosmologia teorica.
Buchi neri e divulgazione
Con il suo libro Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, pubblicato per la prima volta nel 1988, Hawking ottenne un grande successo e diede un contributo fondamentale nel divulgare le teorie su come si originò l’Universo e tutto ciò che abbiamo intorno. In 30 anni, quel libro ha venduto più di 10 milioni di copie e ha ispirato studenti, ricercatori, semplici appassionati e registi per film e documentari. Nel 2014, il film La teoria del tutto sulla vita di Hawking fu nominato agli Oscar e valse un premio a Eddie Redmayne, come migliore attore protagonista. Ma fu comunque in campo scientifico che Hawking diede i suoi contributi più importanti per la comprensione dell’Universo e della scienza che lo studia: la cosmologia.
Costretto da una malattia a vivere su una sedia a rotelle a partire dalla fine degli anni Sessanta, Hawking si dedicò allo studio dei buchi neri, diventando uno dei teorici più intelligenti e creativi della sua generazione nella ricerca intorno a questi misteriosi gorghi densi e massicci al punto che nemmeno la luce riesce a sfuggirgli. Applicò a questi oggetti le teorie quantistiche, scoprendo che i buchi neri perdono radiazioni e particelle, nel loro ciclo che li porta a collassare e scomparire.
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La teoria sulla radiazione di Hawking, come sarebbe diventata nota negli anni seguenti, fece cambiare il modo in cui erano visti i buchi neri: da gigantesche macchine che assorbono ciò che hanno intorno a grandi sistemi di riciclo della materia e dell’energia. Hawking spiegò che se teoricamente si saltasse in un buco nero non ci sarebbero probabilità di sopravvivenza: gli atomi che costituiscono una persona non tornerebbero indietro, ma la sua massa-energia sì, e che probabilmente questa cosa si applica all’intero Universo.
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Fonte ilpost.it.