La città che sale

Umberto Boccioni

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    La città che sale
    Umberto Boccioni



    Autore: Umberto Boccioni
    Titolo dell'opera: La città che sale
    Data di realizzazione: 1910
    Tecnica: Olio su tela
    Dimensioni: 200x300 cm
    Ubicazione: New York, Museo Guggenheim.


    Nel 1910 Umberto Boccioni realizza La città che sale, ora conservata a New York, al Gugghenheim.
    Inizialmente intitolata ''Lavoro'', l'opera è una tela di grandi dimensioni (misura 2 metri per 3), frutto di vari tentativi e studi preparatori che hanno richiesto un grande impegno. Da una lettere dello stesso artista, si deduce che è stata iniziata nell'estate del 1910. Inizialmente Boccioni ha realizzato parecchi disegni e schizzi a penna e matita in diverse zone industriali di Milano.
    Questo celebre dipinto, emblematico del '900, rappresenta in un vortice di movimento e luce il sorgere di nuove costruzioni. La volontà è quella della resa dinamica di un'emozione, uno stato d'animo provocato dalla realtà, dinamica e frenetica, della città moderna.
    L'elemento dominante è il gigantesco cavallo rosso, in primo piano, simbolo del dinamismo tecnologico. L'animale, rappresentato nello sforzo di trascinare un carico pesante, guidato da alcuni operai. In secondo piano la scena si moltiplica con altri uomini e cavalli, come in una sequenza di lampi. Sullo sfondo si vedono i cantieri e le impalcature dei palazzi in costruzione.
    I colori puri, accesi nei toni caldi, aumentano l'effetto di energia, e sono stesi secondo la tecnica divisionista, con pennellate filamentose e curvilinee che creano come degli sciami luminosi, esaltando il dinamismo.
    Le forme sono tutte basate e su linee curve, sviluppate secondo lo schema diagonale. I corpi delle figure sono trasparenti e prive di contorni, generate dai corpuscoli colorati delle pennellate che formano delle onde di moto, come il vortice potentissimo generato dal cavallo rosso.
    Lo spettatore viene coinvolto emotivamente in questa rappresentazione del progresso, visto come una forza inarrestabile che avanza, spinto dal lavoro e dalla fatica dell'uomo.

     
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  2. AleFry93
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    Per quanto ne derivi da un liceo artistico...l'arte futurista non riesco proprio a farmela piacere...forse l'arte ha cominciato a non piacermi quando si è mischiata con la psicologia .-.
     
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  3. • Virgo •
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    Io non condivido il futurismo come idee, ma questo quadro mi piace.
     
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  4. AleFry93
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    Si si certo non dico che sia brutto ma riprende molto aspetti lontani dal disegno classico...si concentra molto di più sul senso della velocità e su un segno sfumato...Si bello è bello ma mai lo potrei mai mettere a paragone con la "Primavera" del Botticelli o di opere di Leonardo e Michelangelo, poi sono opinioni e gusti personali :)
     
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  5. • Virgo •
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    Sìsì, infatti sono gusti. Botticelli e Boccioni hanno uno stile completamente differente, ma anch'io preferisco una Venere di Botticelli a qualsiasi opera di Boccioni. Nonostante questo, non potrei mai affermare "questo è più bello di questo", posso dire cosa mi trasmette di più, cosa mi meraviglia di più... ma è sempre un giudizio relativo ai miei gusti e non assoluto. (:
     
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  6. AleFry93
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    Anche perché ne derivano da epoche talmente diverse che qualsiasi paragone sarebbe inutile...Rinascimento e inizio '900 sono lontani proprio anni luce XD
    E in tutti quegli anni l'arte è profondamente cambiata trasformandosi da qualcosa di figurativo, a qualcosa di più interno, personale e complicato!
     
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5 replies since 23/12/2012, 12:48   220 views
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