Glory Hole

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  1. Richard90
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    Questa è una storia sentita in uno di quei locali, da chi, immigrato, si è trovato a lavorare per mesi in un lontano paese straniero, senza conoscere nessuno, dove lingua, religione e costumi locali gli sono del tutto sconosciuti. Raccontò questo, dall'altra parte del foro....
    “Per fortuna il lavoro assegnato dalla multinazionale era facile, e ben retribuito, con orari lunghi che portavano a stancarmi completamente, tornavo nell'elegante ma anonimo albergo, dove nemmeno alla “reception” potevo scambiare due chiacchiere. Spesso mi addormentavo appena cadevo spossato a letto, ancora vestito.
    Dopo qualche mese la lontananza, da casa e dalla moglie si faceva sentire, ma ero meno stanco, gli impegni di lavoro erano calati.
    Ora bastava solo far alcune regolazioni ed avevo del tempo libero, anche per passeggiare. Così tornavo prima in albergo, ma li l'ozio mi portava un po' controvoglia a pensare alla compagna rimasta a casa e alla fine a risvegliare la voglia di sesso.
    Da qualche tempo per me l'autoerotismo era una pratica abbandonata ed insoddisfacente. Erano anni che con il buon rapporto creato con la moglie lontana soddisfaceva entrambi, per questo non volendo tradirla, era meglio evitare gli stimoli. Da solo non ci trovava abbastanza gusto. Lei si sapeva come trattarlo e soddisfarlo, ed avevo perso la mano per il “fai da te”.
    Preferivo allora girare, senza meta precisa, per le strade a vedere negozi e cercare di leggere quella scrittura straniera incomprensibile.
    La capitale era grande, ma non turistica, qualche passeggiata si faceva volentieri, dovevo star attento a non perdermi, altrimenti anche chiamare un taxi per tornare in albergo poteva esser problematico.
    Ma non sapendo che fare un giorno mi trovai davanti a un negozio, ben frequentato da giovani, e che in vetrina mostrava tra i poster CD, DVD sia nuovi che usati, di tutti i generi, anche a nolo, almeno così sembrava.
    Potevo entrare a vedere se trovavo qualche passatempo, magari un film in inglese, o nella mia lingua, magari un porno, quelli non han bisogno di traduttori! Si, deciso andai oltre la tendina che separava il settore adulti, cercando il più hard, quello “XXX” – quello era universale...accidenti alla lingua, anche qui in questo ambiente è incomprensibile. Non capivo, leggevo solo le figure!
    Poi vidi dietro gli scaffali di vari generi un corridoio e nell'oscurità delle porte, con frecce ed iscrizioni al neon illeggibili e pensando di esser capitato in un posto dove c'erano dei “peep show”, incuriosìto,: la cosa era intrigante, tempo ne avevo, bastava solo inserire abbastanza monete per entrare, e così decise di fare. Con poche Lire una delle porte si aprì ed entrai in una piccola stanza, semibuia, chiusi la porta e mi adattai alla penombra. C'era un piccolo catenaccio per rinchiudermi dentro, ed ora potevo godere uno spettacolino.
    Che paese, qui le donne erano chiuse nei veli per strada o tappate in casa, la prostituzione vietata e punita: Mi avevano messo in guardia, prima di partire, e non mi interessava, potevo aspettare il ritorno a casa dalla mia bella.
    Si rischiava l'espulsione e in ogni caso pagare una donna non era per me una cosa moralmente accettabile.
    Guardandomi attorno ero in uno stanzino piccolo e spoglio, non c'era nulla! nessun video, o vetri o tendine o altro sistema, forse si doveva inserire altri soldi da qualche parte, ma nulla, la parete a fronte era liscia, a sinistra nulla, solo a destra c'era un piccolo foro, scuro, nel quale a stento sarebbe passata una palla da tennis.
    Forse avevo giudicato male il locale. Ma si, questo era uno di quei posti dove si poteva fare sesso con sconosciuti attraverso il foro, un “glory-hole”.
    La mente immaginò quel giorno che scherzando con la compagna, ora lontana, e le avevo proposto una fantasia, e la schernivo di portarla in un posto così, dove lei poteva scatenarsi senza vergogna: anche fare l'esperienza di provare a fare qualcosa con me e con uno sconosciuto. Volevo solo scherzare e provocarla, chiedendo di scegliere quale farsi prima di bocca e quale per primo scoparsi, se me o l'altro! Di solito questi scherzi di fantasia le piacevano. Quella volta no.
    Lei si era arrabbiata, ed era corsa a confessarsi, per poi lasciarmi solo a dormire in divano per una settimana. Accidenti, ora che era sola, magari ne aveva approfittato, no, santa donna, forse no...

    Mentre mi venivano questi pensieri, ed indugiavo sul che fare, dei rumori dall'altra parte mi fecero capire che c'era qualcuno, e mi avvicinai indugiando con la mano al buco, era un segno per far capire presenza e disponibilità, magari stasera potevo ricevere un bel pompino da una bocca sconosciuta. Bella, racchia o gay in questo caso non fanno differenza!
    Ma la mano urtò con qualcosa di caldo e morbido, la sconosciuta aveva inserito un dito?, no troppo grosso... CAZZO! Si era un cazzo, accidenti, pur in penombra ora lo vedevo bene, questa ombra nera ed enorme. Il contatto con la mia mano lo aveva eccitato e messo sull'attenti, un lungo affare, scuro, che alla base impegnava tutto il foro, e, cazzo! lo avevo toccato, che schifo, ma guardalo, pulsava in trepida attesa di altro approccio, con l'asta di almeno 20 cm, e una punta scura e lucida. Sfrontato ma magnifico nella sua erezione. Ero sorpreso, nervoso, incredulo per la sorpresa, per la novità e per le dimensioni, seccato dagli eventi ma incuriosito lo guardai meglio. Eravamo soli io e quell'arnese.
    Non avevo mai visto così da vicino un pene, e trovare un simile uccello nero mi sorprese, e questo era davvero un bell'esemplare, meglio del mio e accidenti, persino profumato, di muschio selvatico, quasi piacevole. La stanza piccola e la vicinanza al foro faceva si che mi arrivasse l'odore che risaliva caldo alle narici. Ma guarda un po' che razza di fregature si prendono a non capire le lingue, forse quello era un locale per soli uomini, ed ora che fare?
    Di uscire a protestare non se ne parlava nemmeno, accidenti! Sai che risate avrei suscitato, protestare? uno straniero... insoddisfatto e incompreso? Qui dentro nessuno vedeva, mi faceva compagnia solo quel coso nero.
    Quel serpente nero ondeggiava e sembrava guardarmi ipnotico, invitandomi alla mossa. Preso da una strana curiosità di sentire se era reale, e verificarne la consistenza, come mai poteva esser già così duro, mi venne voglia di toccarlo ancora. Sembrava uno di quei cazzi di plastica che vendono nei “sex-shop”, falso da tanto è perfetto! La sfida era eccitante. In fondo li nessuno poteva vedere che facevo, e la mia curiosità vinse, lo presi con mano tremante, e sentì dall'altra parte gemere. Doveva essere di un giovane aitante, che attendeva ora di esser soddisfatto: Quel pensiero mi schifò e mi turbò, ma anche il mollarlo mi lasciò a disagio, immedesimandomi nell'altro in attesa ogni repulsione passava, la barriera che ci separava eliminava le distanze, quel coso ora era come fosse un mio giocattolo a disposizione, potevo giocare o stufarmi quando volevo. E poi in fondo entrambi avevamo pagato ed eravamo qui per avere qualcosa, un contatto, ma ora qui c'ero solo io e questo coso.
    Sai che soddisfazione poteva darmi un cazzo così, bello duro, magari fosse il mio! Era mio, lo avevo nella mano! Ma si, quasi quasi gli faccio una sega, fingendo che sia il mio, quando mi ricapita un'esperienza strana così? Pensai, sono eccitato e ci metto poco, scommetto che viene subito se lo “mungo” a dovere.
    Incuriosito di vedere godere quel “pezzo di nero”, vedere di che tipo, di che colore è il piacere di un cazzo così scuro, quanto a lungo schizza, mi fecero muovere la mano e questi pensieri mi avevano sovreccitato. Poi magari quando ha finito ed è soddisfatto, viene il mio turno, funzionerà così, e se lo faccio contento gli infilo attraverso il foro il mio e mi faccio svuotare le palle io, accidenti, anche il mio è bello duro! Non ci posso credere, sono eccitato e in tiro, sarà l'astinenza? Mi trovai così nelle mani due uccelli, il mio, più piccolo e bianco, e quest'altro, imponente, nero e duro. Solo il glande è rossastro alla base e nero turgido e lucido in punta. Iniziai a segarli a due mani in sincronia e con cura. Quando lo facevo da solo non mi piaceva, ma ora averne due raddoppia il piacere! Di più. Lo ho sempre detto alla mia donna, forse per questo che si arrabbiava! La faccenda iniziò subito a piacermi, merda, rischiavo anche di godere io per primo, e non volevo. Potevo barare e smisi di toccarmi, mollando il mio al suo destino, e sputando sulla mano libera provai a prendere la grossa nerchia a due mani, con la mano insalivata su quella punta e sentii che dall'altra parte si approvava la novità.
    Però io pure apprezzavo, e con un paio di sobbalzi il mio pene abbandonato, piegato verso il basso, quasi a vergognarsi di fronte a quel palo nero e turgido, iniziava a sgocciolare del liquido trasparente dalla punta. Eh no! Stavo già perdendo, e so che non amo le sconfitte, volevo uscire a testa alta, e se proprio dovevo... la dovevo giocare fino in fondo la partita!
    No davvero, ma fin dove? Non so, ma si, vediamo. Mi fermo quando voglio, ed ora voglio continuare: lo voglio proprio, così chinandomi decisi di provare a leccare timidamente quell'asta che spuntava tronfia come un totem sul muro di fronte, pian piano mi inginocchiai e con la lingua provai a saggiarne quel palo scuro dal lato, da vicino l'odore pungente sembrava quello del cuoio caldo, profumato come … l'odore della pelle del mio portafoglio! (ma che strano accostamento di pensieri, il borsello, i soldi ... il biglietto in fondo l'ho pagato, ma si, godiamo lo spettacolo). Mentre confuso dal momento magico tentavo di saggiarlo di lato a piccoli morsi e mi sistemavo meglio, spostando la testa di fronte, quasi a cercarmi, quel missile nero si indirizzò verso la mia bocca e mi ritrovai a baciarlo, brevemente, sulla punta, molto più morbida del' asta. E questa si che sapeva di maschio, con un gusto più forte della mia stessa pelle sudata, (ah, mi sovviene il gusto della pelle quando mi capitava di leccarmi o annusarmi sotto le ascelle, è più delicata, meno selvatica!). Ma? Che fa ora, bussa alle mie labbra! Cerca la mia bocca.
    No bello, non puoi pretendere che ti apro la bocca! Mai! ma una seconda e un'altra spinta più forte finì per aprirmi le labbra, violandole e finendo contro i denti serrati.
    Sentii imprecare ed allontanarsi verso il foro. Ora per scusarmi, ripresi il gioco con le mie mani e lo riportai io alla bocca, cercando un morbido bacio di pace, e con un guizzo, (cazzo che lungo) la punta penetrò, nonostante mi allontanassi, poi seguita dalla lunga asta turgida, oh, che bello, non s'è offeso! Tenerlo in bocca non è male, pero!
    Sento ora un sapore salato, gustoso. Ora dall'altra parte arrivavano dei grugniti di approvazione, e lo stesso farei io, se non avessi la bocca piena, avvicinando la testa, mi piaceva, e col pensiero che lo sto rendendo sempre più soddisfatto, forse troppo, il petto mi batteva impazzito. Fa caldo, e ho superato il punto di non ritorno. Sento che ansima e che posso far meglio, giocando con questa estremità come so che si deve fare, provo ad esser più bravo della mia compagna, che a volte non sa dove leccare o succhiare, cerco con la lingua i bordi del glande dentro la mia bocca e con dei movimenti continui, alternati ma costanti lo voglio far impazzire, come se fosse il mio. Muovo la bocca e la testa verso questa fonte di piaceri. Incurante delle conseguenze aumento il ritmo. Poi riprendo a leccare, dopo averlo succhiato: non lo posso tenere in gola ancora, stavo soffocando, ma sono infoiato, ubriaco di questo sesso?
    Tenendo la punta con la mani sollevando l'asta e appoggiandola al muro, proseguii questo divertente gioco leccandolo dalla parte più bassa, da sotto, dirigendo la lingua verso l'alto seguendo il lungo rigonfiamento che corre da sotto alla punta. Lo sento, freme di piacere, poi riprendendo la punta in bocca fino in fondo alla gola, sentì che era sempre più pulsante e “contento” dai primi succhi che emanava, rifeci la leccata sotto l'uretra, deciso ma morbido, spingendola di più con la lingua, come per spremerla, e vidi delle gocce trasparenti formarsi in punta, le stesse che uscivano già filanti dal mio glande.
    Che faccio, ora? non le lecco, no, le provo, saranno buone? ma no, no, con la lingua giro attorno al glande, e la goccia trasparente ora aumenta. Si, a me sarebbe piaciuto questo gioco di lingua! Quel liquido profumava come di selvatico e sopra quella grossa ciliegia nera sembra dire: “inghiottimi” ed ora usciva colando trasparente e filante, con un dito ne provai la consistenza, sembra miele, lascia un filo tra il mio dito, ormai distante, e il foro da dove era uscito, oh, il buchetto ora pulsa rigonfio, Prima era solo una fessurina. ma ora è pronto ad esplodere! Che effetto inebriante ed irresistibile esser qui vicino con questa magnificenza, si, lo manovro come voglio e ho deciso: ci misi la lingua, e il gusto dolce e salato insieme non dava fastidio, anzi mi inebriò ulteriormente e mi spinse a riprendere a succhiarlo anche da sopra: ormai mi vedevo impazzire, ero diventato una troia assetata di sesso!
    Con la bocca insalivata lo ingoiai vorace, spingendo l'asta fino in fondo, cercando di ingoiarlo tutto, ma potevo solo coprirne metà, e dopo un paio di rapidi su e giù, prima che potessi far nulla per impedirlo mi trovai a godere, sorpreso da una calda esplosione con la bocca piena di fiotti di sperma, che desideravo e temevo. Certo sapevo quel che sarebbe successo, e non volevo evitare, ma questo schizzo caldo, appiccicoso e disgustoso, ma non sgradevole, era dentro di me? l'anelavo e lo temevo un'orgasmo simultaneo! Non mi controllavo più.
    Nello stesso tempo stavo pure io eiaculando, e godendo, con getti abbondanti e continui come non mai, inaffiavo il pavimento e la parete. Dal piacere mi trovai a risucchiare e deglutire i fiotti che ora meno intensi continuavano a riempirmi la bocca.
    Faticavo a contenere l'intruso che mi pompava gaudente e il liquido caldo, mi pareva una sborrata abbondante e non riuscivo certo a tenerla in gola. Ma non ne apprezzavo il sapore che usciva, e se non mi piaceva sentire quel gusto preferii deglutirlo per allontanarlo, e per incanto il gusto intenso passò oltre cambiando e migliorando le mie sensazioni. Ora i getti più densi ed appiccicosi che stavo bevendo direttamente dalla fonte erano meno sgradevoli, anche se più gelatinosi ma insipidi. Attimi di gioia che si dilatano nel tempo, che solo chi prova piaceri intensi può condividere.
    Mi lasciarono una bocca strana, liscia quasi secca, tesa ma formicolante, le labbra gonfie e calde, ma anche una sensazione di calma...appagante! Mi distrassi un attimo in questi pensieri e il piacere spari.
    Ehi! Dov'è... cercai ancora il mio giocattolo nero, ma era già sparito, nel buio. Peccato pensai!
    Andato via. Non m'ha nemmeno ringraziato o salutato. Lo avrei fatto io per il piacere che ci siam dati!
    Avrò mai a tiro un'altro bel cazzone nero così!!!

    Il secondo che arrivò dopo mentre sospirando affannato in attesa infatti era bianco, quasi simile al mio, che però s'era già ritirato a riposare. Sinceramente non mi fece godere come il primo, anche se io feci di tutto per farlo godere bene come si deve. Assaporandone il gusto differente, quasi di latte che aveva fin dalla pelle, potei affinare la tecnica senza ottenerne pari soddisfazione.
    Cosa che poi anche con un terzo e poi con un quarto ripetei, per il gusto di assaporare quelle sensazioni di far sborrare un uomo in bocca!
    Mi erano piaciuti meno, Mah!
    Che schifo, ma cosa stavo facendo?
    Ora sembrava avessi fatto una doccia fredda e mi fossi svegliato, ma ero sudato e appiccicoso. Volevo andar via.
    Adesso mi vergognavo di me stesso, ero forse diventato un frocio? un succhia-cazzi? E perchè no?
    Mi ricomposi alla meglio, con un fazzoletto mi ripulii per bene e cercai l'uscita.
    No, mai rimpiangersi, era successo, in parte mi è piaciuto. Quante gioie ci si perde per dei pregiudizi! Chi non sa dovrebbe sempre tacere!
    Pensai che per la serata era abbastanza, ma che questo locale, con le sue sorprese forse meritava, finchè ero in zona, altre visite, potrei riprovarci. Ci sarei venuto più preparato, cercando e offrendo piacere. Accidenti, di certo avevo anche goduto come un maiale. In fondo che alternative migliori per le settimane seguenti potevo avere?
    Si, di sicuro l'aria fresca della sera mi schiarii le idee ed ero contento di questa nuova esperienza.
    Sorridendo pensai che, una volta tornato a casa in un posto così io ce la porto la moglie!
    Non come un'ossessione, ma per cambiare, per fargli provare. Però non so, forse alla fin fine si prenderebbe lei tutto il gusto e non potrei certo farci nulla, forse non di fronte a lei, e lei stessa non mi lascerebbe far nulla!
    Capirebbe? No, si? lo racconterò? Forse.
    Lo racconto a te, ed ora che sai la mia storia, puoi mettere se vuoi il tuo pene nel foro!"

     
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