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Hands of Pleasure
Nudi, seduti sul letto, gambe incrociate,
-bim
gli occhi che si guardano, si scrutano, si studiano,
- bum
in cerca di un cenno, di un tentennamento, ma è tutto vano.
- bam
La tragedia si è ormai consumata
- Carta
- Sasso
La dura legge della morra cinese. Ho perso.
Inizia, si avvicina, lentamente, mi sfiora appena, la sua mano scivola
tra i capelli, fino a raggiungere l'orecchio.
Sorrido, mi viene da ridere, sono felice.
Il palmo, il palmo a coprire l'orecchio, il pollice scivola sulla
guancia, lentamente, troppo lentamente, o forse no? sento quella cosa
strana farsi strada, quella sensazione che ti prende per mano e ti
porta direttamente in paradiso.
L'indice segue il mio profilo, il naso, fino alla punta. Ci gioca, mi
guarda, mi sorride.
Il dorso della mano si prende cura dell'altra guancia, sento le sue
unghie scivolare con dolcezza sulla pelle, lentamente, sempre
lentamente, sempre dannatamente lentamente. Una di queste volte
impazzirò, impazziremo insieme.
Ora ha preso di mira la mia bocca, sento il pollice sfiorare le
labbra, cerchi di aprirle, io non aspetto altro, ma no, non ancora. Un
altro sorriso.
Ora è il tuo indice a giocare con le mie labbra, non resisto,
socchiudo, ma tu fuggi, porti lontano la mia voglia, continui a
tormentarmi, ormai la mia bocca è aperta in attesa delle tue dita.
Eccole, finalmente, posso finalmente cibarmene, posso succhiarle
avidamente.
La mia lingua le esplora, sono buone.
Un lampo, vedo un lampo passare nei suoi occhi, ed è finito, sento la
mano allontanarsi, la inseguo, ma è inutile, veloce, troppo veloce, ne
voglio ancora.
Ora sento le sue dita scivolare lungo il collo. Non so come possa
essere così dannatamente eccitante. Sento la strada che quel pollice
sta tracciando, è bagnata, è bagnata di me, della mia saliva. È una
strada in discesa, scende, scende alla ricerca di tesori preziosi,
cerca i miei capezzoli, c'arriva, anzi no, ci gira intorno, sempre più
lentamente, mi sembra che il tempo si sia fermato. Anzi s'è fermato e
ci sta guardando. Sorride ancora.
Ormai i miei capezzoli sono solo in attesa delle sue attenzioni,
stanno solo aspettando di essere pizzicati, succhiati, divorati,
vorrei fosse la sua bocca a prendersene cura, ma so che non sarà
cosi, solo una mano, è questo il gioco, che gioco bastardo.
Eccoli pollice e indice uniti a tirare, stuzzicare, giocare. Ora
l'altro. Ormai hanno già raggiunto il limite, ma forse il limite è
ancora più in la, anzi sicuramente.
Gli occhi si chiudono, le guance sono calde, non solo quelle.
E il gioco continua, ora l'indice percorre il ventre, la pancia,
l'indice scivola sicuro sulle pieghe, ora sfiora, ora penetra la
carne, come fosse una freccia, la freccia di cupido, la freccia
dell'amore. Insiste sull'ombelico, sa che mi piace, anche se non sa
perchè, anche se non so perché.
Scende ancora, sento l'indice percorrere la coscia, l'esterno, ora
l'interno, lentamente, sempre lentamente, sempre più lentamente, non
so come posso resistere.
Ora si avvicina, no, ancora una finta, uno scherzo, si allontana, è un
tormento, una tortura, una pazzia, la nostra pazzia.
Finalmente, sfiora il sesso, non c'è sensazione più bella, ma dura
un'istante, ma cosa fa? Perché si avvicina? Perché vedo il suo viso
sfiorare il mio sesso?
Maledizione, un'alito, è bastato solo il suo alito, umido, caldo, e mi
ritrovo in un ciclone, un tornado di sensazioni; forse sto volando;
sto impazzendo.
Ma è un attimo, solo un'attimo e il suo dito mi riporta subito a
terra, quel suo dito che continua a scendere, o meglio continua a
farsi strada tra le mie gambe, sento qualcosa stuzzicare il buchetto,
ma no, ma cosa fa, li no, ma.. è tardi, sento il suo ditino farsi
strada in me, delicatamente, ma senza esitazioni. Non capisco più
nulla, sono in preda a un'eccitazione senza precedenti, sento come se
una diga stesse esplodendo, quella diga sono io.
Un attimo di tregua, ma è la calma prima della tempesta, sento la sua
bocca baciare il mio sesso, sento la lingua percorrerlo nella sua
lunghezza. Esplodo, non è un'orgasmo a cogliermi, ma è piacere allo
stato puro.
Forse ho urlato, non lo so, non mi interessa, vedo solo il suo
sorriso, e suoi occhi che non si sono mai staccati dai miei.
Un bacio, lungo, appassionato, non una parola.
Ora è il mio turno..